Sgombero dell’insediamento di Villa De Sanctis: in atto ma senza i supporti necessari dei servizi sociali

Il 23 gennaio il blitz delle forze dell'ordine
di L. P. - 23 Gennaio 2009

Nella mattinata del 23 gennaio 2009 ha preso il via lo sgombero degli insedianti nel casale occupato all’interno del Parco di Villa De Sanctis. Come da molti temuto, però, ad ora non risulta che sia stata trovata una soluzione per tutti gli abitanti dell’insediamento.
Il Consigliere del VI Municipio Massimo Lucà – che è dalle prime ore sul luogo – ci fa sapere che ad ora i servizi sociali hanno comunicato la disponibilità per sole mamme e bambini, di età massima di 10 anni, negli spazi a disposizione del V dipartimento.
Il Presidente del Municipio Giammarco Palmieri conferma che per ora solamente 4 nuclei familiari hanno accettato lo spostamento e l’inserimento nel circuito d’accoglienza del Comune di Roma. Palmieri ha avuto piena rassicurazione che i bambini potranno continuare il loro percorso di scolarizzazione presso le scuole del quartiere Villa De Sanctis che già frequentano con risultati molto buoni in termini di profitto scolastico e di inserimento sociale.
“Innanzi a questa proposta – ci comunica Lucà – alcuni abitanti dell’insediamento hanno, però, rifiutato. Non se la sentono di separarsi non solo dagli uomini del campo ma anche degli altri figli, magari di poco più grandi ma sempre bambini. Ora, peraltro, sono solo donne e bambini perché gli uomini sono in questura ad espletare le pratiche per lo sgombero”.
Proprio in attesa del ritorno degli uomini infatti, ci fa sapere Palmieri, 25 tra donne e bambini sono fermi lì nel Parco, alcuni non volendo decidere senza consultarsi con loro ed altri in quanto affermano di avere soluzioni alternative da preferire all’inserimento nel circuito dell’assistenza del Comune di Roma, implicante la separazione dagli uomini.

Lucà è intanto riuscito ad assicurare un pasto caldo agli occupanti grazie alla collaborazione della scuola Iqbal Masih e all’interessamento della Preside Simonetta Salacone.

Nel pomeriggio tornerà la Sala operativa sociale, su richiesta di Palmieri il quale sta alacremente lavorando affinché si possa trovare una soluzione. “Intanto però – afferma il Presidente – nell’attesa che gli uomini tornino dalla questura, non possiamo permettere che, in special modo col calar della notte, donne e bambini siano in mezzo al parco, al buio e con l’umidità che sale. Per questo ci stiamo attivando affinché per le prossime ore le persone abbiano un riparo in zona. Abbiamo già avuto la disponibilità da parte del Casale Garibaldi per la tensostruttura. È, infatti, importante che la soluzione, per quanto momentanea, sia sempre in zona anche perché, a sgombero finito, le famiglie potranno prendere i propri averi che erano all’interno dell’area occupata”.

Conclude Massimo Lucà: “questo modus operandi” per il quale intanto si procede a sgombrare l’area eppoi a trovare una soluzione abitativa per gli occupanti va assolutamente superata da parte del Comune. Si pensi che tra le 25 persone ora in attesa nel Parco c’è anche un bambino operato per tumore e che ‘sta mattina piangeva alla visita delle maestre per non essere potuto andare a scuola. Le politiche dell’accoglienza e dell’integrazione devono essere una priorità di fatto del Comune di Roma”.

Serenella

Dicci cosa ne pensi per primo.

Commenti