Sogester dal 1987 al servizio di Colli Aniene e non solo

Punto di riferimento per servizi di comunicazione e di supporto alle imprese piccole e grandi

Oggi, senza alcun dubbio, Sogester rappresenta un punto di riferimento, per il quartiere e non solo, in materia di servizi territoriali in materia di comunicazione e di supporto alle imprese romane e nel territorio nazionale. L’azienda, che affonda radici profonde a Colli Aniene, attraverso l’Associazione culturale Il Foro promuove anche numerosi eventi nel quartiere tra i quali spicca dal 1990 L’Arte nel Portico, la mostra d’arte ed il più grande evento culturale del IV Municipio che si tiene annualmente e che è stata presieduta dal compianto Alfiero Nena, uno tra i più grandi scultori italiani.

Ne parliamo in questa intervista con il fondatore Luigi Polito nella sede di via Mozart 19, dandoci del tu, nel nome di una profonda e longeva amicizia.

 Iniziamo dalla storia della ditta.

Sogester nasce nel 1987 in occasione della pubblicazione del mensile “Abitare A Colli Aniene Tiburtino” per il quale svolge servizi di supporto. L’anno successivo progetta e inizia a pubblicare “La Guida” relativa al territorio di Colli Aniene e poi estesa a tutto il IV Municipio. Nel 1989 al 1995 ha organizzato il “Carnevale di Rio Aniene” e la “Festa della Natura” coinvolgendo le scuole e i cittadini del quartiere. Oltre ad organizzare eventi, avvia l’attività di grafica e pubblicità. Oggi Sogester è un’azienda dinamica che lavora per la metropolitana linea C in costruzione, lavora per la Coop in due regioni e per un’ampia e consolidata clientela.

Quali sono le ragioni del successo di Sogester?

L’esperienza di lavoro da dirigente, da me svolto nel Gruppo Montedison dal 1970 al 1980, mi ha consentito di organizzare e sviluppare una nuova attività con mentalità ed esperienza acquisite in una grande azienda. Ma oltre alla professionalità è stato determinante il grande desiderio di affermarsi, il rispetto della clientela, il continuo adeguamento alle esigenze del mercato. A ciò si aggiunga il costante rinnovamento per meglio aderire alle richieste dei nostri clienti.

Come ricordi il quartiere del quale sei stato tra i primi abitanti?

Già quando ero impegnato nel Gruppo Montedison, frequentavo spesso per lavoro l’area dove sarebbe sorto Colli Aniene. Ho avuto rapporto con le imprese edili (per lo più cooperative) che hanno costruito gli edifici e le altre opere. Ho vissuto la “fase pioneristica” con i primi abitanti, condividendo le difficoltà e lo spirito cooperativistico e di solidarietà allora molto vivo. Ho visto nascere le prime attività commerciali. Dal nulla il quartiere è cresciuto fino a raggiungere una popolazione di 32 mila abitanti, con infrastrutture adeguate e immerso nel verde tanto che è etichettato da molti come “i Parioli” del IV Municipio.

E a proposito dei comportamenti dei clienti?

Con i nostri clienti, il più delle volte, si instaura un rapporto di reciproca fiducia. Lo dimostrano gli esempi di Metro C con cui lavoriamo ininterrottamente dal 2006 e della Coop con cui lavoriamo dal 1990 e che nel 2013 ci ha classificato tra i migliori 10 fornitori.

Come avete affrontato e state affrontando la fase pandemica?

Con rinnovato impegno e tanta voglia di fare ci siamo messi a disposizione di aziende piccole e grandi o di semplici cittadini per supportarli ad affrontare in modo deciso ed appropriato i problemi provocati dal coronavirus.

Cosa si dovrebbe fare nell’ambito commerciale e nel quartiere?

Siamo ancora alle prese con il Covid 19 che ci ha costretti a trasformare le abitudini, sono aumentate le precauzioni nei rapporti con le persone, si sviluppano le relazioni “da remoto” per il lavoro e per le varie esigenze, continuano ad aumentare le grosse concentrazioni e i centri commerciali a discapito delle piccole aziende. Occorrerà utilizzare di più le nuove tecnologie per creare maggiore compattezza e sintonia tra le imprese territoriali per affrontare meglio e con successo i problemi di oggi e di domani. Per quanto riguarda il quartiere il nostro sforzo costante è stato ed è quello di costruire una solida comunità che lavori sempre per l’interesse generale del quartiere considerandolo come un bene comune.


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