Stranezze di città, da Tor Tre Teste alla “Piccola Alhambra” di villa Torlonia 

Passeggiata cicloturistica per visitare la Serra Moresca, la Grotta Artificiale, la Torre, in via Nomentana Roma

Questa mattina ho pedalato sulla via Prenestina direzione centro, sono passato da Porta Pia, ho svoltato a destra per via Nomentana direzione Grande Raccordo Anulare, sono entrato a Villa Torlonia, parco pubblico del Comune di Roma, collocato nel II Municipio, quartiere Nomentano, che ha una superficie di circa 132.000 mq e tre distinti ingressi, in via Nomentana, in via Siracusa e in via Lazzaro Spallanzani.

Ho pedalato con andatura blanda sui vialetti in pietrisco di Villa Torlonia.

Ho incrociato e ho affiancato tante persone che camminavano o correvano, altre facevano ginnastica all’ombra dei grandi alberi del parco.

L’ho cercata la Serra Moresca, ma non la trovavo, ho chiesto informazioni ad una coppia di anziani che, rammaricati, non mi hanno potuto aiutare. In questa nostra società si può ancora incontrare chi è dispiaciuto di non poter essere stato utile al prossimo.

All’improvviso, davanti a me ho visto “la piccola Alhambra”, che è la “stranezze di città” di oggi.

La Serra Moresca luminosissima e con coloratissime vetrate, la Grotta Artificiale con cascatelle e vasche per le ninfee e i fiori di loto, la Torre illuminata da grandi vetrate.

Tutto ispirato a modelli architettonici e decorativi del mondo arabo.

Avevo la bicicletta con me e non mi hanno fatto entrare per una visita più approfondita, ho però fotografato il possibile, sorridendo al custode da fuori al cancello. Lui non mi ha sorriso.

A cosa poteva essere agganciata “la piccola Alhambra” di Villa Torlonia, al di fuori del cancello di entrata?

Ma certo! Il documentario televisivo che ho visto su National Geographic qualche mese fa.
Mondo arabo, architettura araba, decori arabi, le città di Cordova e Granada, al-Andalus o Andalusia, la Spagna islamica, gli arabi in quella parte di Spagna.

L’aggancio è che la Serra Moresca avrà certamente la stessa ispirazione araba anche nel suo interno.

In quella situazione mi è venuto in mente un vecchio amico ed i suoi viaggi fatti in “collaborazione” con un programma televisivo del sabato pomeriggio invernale.

Parecchi anni fa, due figli piccoli e il mese di agosto in vacanza al mare di Scauri, frazione di Minturno ( Lt), nel sud pontino, al lido balneare “La mappatella (involto fatto con un tovagliolo o strofinaccio, contenente il pasto di contadini o operai o quello dei gitanti).

Era una striminzita spiaggetta, in mezzo ai grandi e costosi stabilimenti balneari, con un chiosco bar e un intero paese che la mattina si trasferiva dalla collina di Ventosa al mare di Scauri.

Prima di pranzo, l’intero paese ritornava ai suoi 280 metri di altitudine collinare.

Uomini, donne, bambine e bambini, anche gli anziani, che si conoscevano da sempre.

Ombrelloni e sdraio personali, teli da mare stesi sulla spiaggia, senza un ordine prestabilito.
Tutti che parlavano, tanti che ridevano, i più giovani che giocavano a pallone, molti che scherzavano, pochi che mangiavano ciambelle fritte o pizza al pomodoro, con il rispetto della regola delle tre ore prima del bagno a mare.

Una striminzita spiaggetta dove regnava la serenità.

Un giorno fu intavolato l’argomento viaggi. Visitare luoghi della nostra bella penisola.

Luigi, che in inverno abitava a Sora (Fr), ci disse: “Io e la mia famiglia viaggiamo tutte le settimane da settembre a giugno. Ho visto tante città, tanti paesi, montagne, laghi, spiagge infinite, scogliere stupende.

Quando arriva luglio non vedo l’ora di partire per Ventosa e venire al mare di Scauri e stare in vostra compagnia. Quei viaggi in agosto non li farò mai, perché il programma televisivo non va in onda.

I viaggi dell’autunno, dell’inverno e della primavera li faccio pure gratis, accendo la televisione il sabato all’ora di pranzo e giro l’Italia con la trasmissione “Linea blu”.


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