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Tragedia a Regina Coeli: detenuto 31enne si suicida, l’uomo ritrovato morto in cella

I Garanti dei detenuti Lazio e Roma: "VII sezione va chiusa"

Ancora una volta, il carcere romano di Regina Coeli è teatro di un tragico episodio: un detenuto di 31 anni si è tolto la vita ieri sera, impiccandosi alla porta della cella condivisa con due compagni.

Nonostante fosse sotto “grandissima sorveglianza” per precedenti atti autolesivi, la drammatica realtà del sovraffollamento e delle risorse limitate ha impedito un adeguato monitoraggio.

Stefano Anastasìa, Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, e Valentina Calderone, Garante delle persone private della libertà personale di Roma Capitale, hanno denunciato la situazione critica: “La VII sezione di Regina Coeli, con un tasso di affollamento del 180%, è un caso di emergenza assoluta.

La sorveglianza notturna è gestita con un numero di agenti inadeguato rispetto al numero di detenuti, rendendo impossibile garantire la sicurezza e il benessere dei reclusi.”

Questo suicidio è il trentanovesimo dell’anno in Italia, il secondo a Regina Coeli e il terzo nel Lazio,” hanno aggiunto i Garanti. “È indispensabile chiudere e ristrutturare immediatamente la VII sezione e affrontare la crisi del sovraffollamento, non con misure temporanee ma con soluzioni strutturali e durature.”

Le critiche sono dirette anche verso il Governo. Michela Di Biase, deputata del Partito Democratico e componente della commissione Giustizia, ha espresso preoccupazione per la mancanza di interventi efficaci: “Il 2024 rischia di segnare un punto di non ritorno per i suicidi in carcere.

Il governo ha approvato un decreto vuoto, privo di risorse e norme concrete per affrontare il sovraffollamento e migliorare le condizioni di vita nei penitenziari.”

Il dramma di ieri sera al carcere di Regina Coeli mette in luce l’urgenza di misure radicali e di una riforma sistemica che possa garantire una detenzione dignitosa e sicura, rispondendo così alle gravi lacune evidenziate dalla tragica realtà penitenziaria.


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