Un treno per l’Ecomuseo Casilino? Perché no?

Il progetto vuole trasformare il treno Termini-Centocelle in uno strumento di promozione della conoscenza del patrimonio culturale della via Casilina

Perché non trasformare il treno Termini-Centocelle in uno strumento di promozione della conoscenza del patrimonio culturale della via Casilina?

Questa l’idea un po’ visionaria è stata presentata il 27 giugno a Venezia, nel contesto del 6th International Conference on Smart Systems, Devices and Technologies (SMART 2017), la sua denominazione è Smart Mobility and Cultural Tourism. The line Termini-Centocelle: a Train for discover the Ecomuseum ad Duas Lauros. In questo documento è sintetizzato un progetto – realizzato dall’Ecomuseo Casilino in sinergia con il laboratorio Turismopoli del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Tor Vergata guidato dal Prof. Michele Angelaccio e con la consulenza tecnologica della Marrozzini Engineering – e intende trasformare il treno Termini-Centocelle (che si spera torni presto ad essere Termini-Giardinetti) in uno strumento di scoperta, narrazione e valorizzazione del patrimonio culturale disseminato lungo la Via Casilina.

Nell’idea il treno può diventare un mezzo per esplorare, stazione dopo stazione, le risorse archeologiche, artistiche, storiche e paesaggistiche dell’antica consolare romana. Il tutto attraverso una rete wi-fi gratuita che consente all’utente di accedere via smartphone a schede, video, mappe, foto, audio-guide sulle risorse culturali dell’area.

“Abbiamo coinvolto – informano gli ideatori – su questa progettualità tutte le realtà competenti (Regione, Comune, Municipio e ATAC) ottenendo pareri entusiasti, sia per l’evidente impatto positivo sulla linea (che potrebbe beneficiare di un 10-20% di utenza pagante in più) sia sulla scalabilità del progetto che renderebbe la rete del trasporto pubblico locale anche una rete di informazione turistico-culturale. Il tutto a costi bassi e con una curva decrescente all’aumentare dell’estensione della rete stessa.

È ovviamente una partita complicata (i problemi di ATAC, i vincoli legislativi etc.), ma noi crediamo che questo sia una sfida da affrontare, perché il progetto propone una visione della città e delle sue infrastrutture come ecosistemi polifunzionali, capaci di offrire molteplici soluzioni integrate, che mettono in equilibrio le esigenze dei diversi portatori di interesse, aiutano a sostenere la rigenerazione dei territori senza intaccare l’ambiente, sostengono gli investimenti in mobilità su ferro. Inoltre noi crediamo che questo progetto offra anche una declinazione possibile del concetto di “sviluppo sostenibile (locuzione abusata e spesso vuota di senso) in quanto il “Treno per l’Ecomuseo Casilino” prevede il riuso valorizzante dell’esistente, offre un motivo in più per utilizzare il trasporto pubblico ecologico,  è scalabile nel tempo e nello spazio, è economicamente sostenibile ed offre un servizio che non c’era: un sistema di promozione della conoscenza del patrimonio locale rivolto a residenti e potenziali visitatori”.

“Speriamo al più presto – concludono gli ideatori – di riuscire a comporre le diverse istanze e poter così installare una versione dimostrativa che renda evidenti le potenzialità (per il territorio, per il treno, per ATAC) di questo progetto”.

Potete leggere il paper completo qui ➜ http://bit.ly/2uJuF9F

 

 


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Un commento su “Un treno per l’Ecomuseo Casilino? Perché no?

  1. Mi sembra un’ottima idea. Se poi riuscissimo a far viaggiare le persone in modo più decente sarebbe perfetto.

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