

Un nuovo servizio di sostegno alle persone fragili in difficoltà economica: è il Guardaroba sociale di Fondazione Progetto Arca, ospitato all’interno della Casa del Volontariato (in via Filippo Corridoni 13, zona Prati-Mazzini), sede del Forum Terzo Settore del Lazio e bene confiscato alla criminalità organizzata, assegnato a Roma Capitale per attività di carattere sociale.
Il guardaroba sociale non è solo un luogo dove trovare abiti, ma uno spazio di accoglienza per famiglie fragili e persone senza dimora, che qui possono scegliere vestiti nuovi senza alcun costo. Un gesto semplice, ma fondamentale per chi ogni giorno lotta contro la marginalità.
Grazie alla collaborazione con H&M Italia, ogni mese 100 persone potranno selezionare capi e accessori utili alla vita quotidiana, come se si trovassero in un normale negozio. Una scelta che supera il classico modello assistenziale del kit preconfezionato, lasciando spazio alla libertà individuale e restituendo dignità a chi spesso si sente invisibile.
A beneficiare di questo servizio saranno 70 persone individuate dai servizi sociali, che già fanno la spesa gratuita nel market solidale della struttura, e altri 30 individui in difficoltà, come senzatetto o persone che necessitano di un abito per occasioni importanti, come un colloquio di lavoro.
“Questo progetto non si limita a fornire vestiti: è uno spazio di incontro, un luogo dove le persone ricevono non solo aiuto materiale, ma anche ascolto e supporto umano”, spiega Alberto Sinigallia, presidente di Progetto Arca.
L’inaugurazione del guardaroba sociale è stata accolta con entusiasmo anche dalle istituzioni. Barbara Funari, assessora alle Politiche Sociali e alla Salute, ha sottolineato il valore simbolico dell’iniziativa: “Portare un servizio così importante in un bene confiscato alla mafia significa dare un segnale forte alla città. Non si tratta solo di offrire vestiti, ma di restituire opportunità e dignità alle persone più vulnerabili”.
Anche il Forum del Terzo Settore del Lazio, per voce della portavoce Francesca Danese, ha evidenziato il ruolo fondamentale della solidarietà attiva, soprattutto in vista del Giubileo della Speranza: “L’apertura di questo spazio è una risposta concreta alla crescente povertà, un segnale tangibile di sostegno a chi è stato lasciato indietro”.
Il progetto nasce anche grazie all’impegno di H&M Italia, che fornisce non solo i capi d’abbigliamento, ma anche gli arredi necessari a rendere il guardaroba sociale un ambiente accogliente. Francesca L’Abbate, Sustainability Manager di H&M Italia, sottolinea: “Siamo felici di espandere questa iniziativa, già avviata a Milano, e di contribuire alla circolarità e alla sostenibilità, donando abiti che potranno avere una nuova vita”.
L’idea del guardaroba sociale è destinata a crescere. Dopo Milano e Roma, l’obiettivo è quello di estendere il progetto anche in altre città italiane, per offrire a un numero sempre maggiore di persone la possibilità di ricominciare.
Perché un vestito non è solo un capo di stoffa: può essere il primo passo per riprendersi la propria dignità e affrontare il futuro con più fiducia.
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