Abbiamo tutti un Blues da piangere

Memoria di Paul Joseph Goebbels, il “Direttore D’Orchestra” del Terzo Reich. Due Libri per l’estate e non solo

Molti sono già partiti per le vacanze, altri lo stanno per fare e tra le cose che si mettono in valigia c’è qualche buon libro, di quelli comprati e non letti (purtroppo il giorno ha solo 24 ore) o di quelli che qualcuno ti consiglia assolutamente di leggere, diciamo così all’ultimo minuto, e dunque libro / libri che compri al volo e metti in valigia, magari ancora incellofanati o con la fascetta.

In questo spazio di parole, di libri ne consiglio assai e in questi giorni ne troverete citati diversi altri (magari nel vostro, luogo di vacanza c’è una piccola Libreria, di quelle di cui la grande città ha quasi dimenticato l’esistenza e il libro consigliato si può comprare là, magari ordinandolo e così poter ritornare in Libreria e poter fare amicizia con il Libraio o con la Libraia.

“Un libro ben scelto” – scrive Daniel Pennac – “ti salva da qualsiasi cosa, persino da te stesso”. Mentre Umberto Eco sosteneva che: “chi legge vive due volte”. E mentre lo scrittore portoghese Fernando Pessoa ci ricorda che: “leggere è sognare per mano altrui”, Gianni Rodari cala il carico da 11 e conclude con un desiderio potente: “Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo”.

Chi scrive non va in vacanza e dunque – se vorrete e ne avrete la pazienza (per la quale, in anticipo, vi ringrazio) – ci ritroveremo giornalmente su questo schermo con altre proposte di conoscenza e ragionamento fatte di parole, ma anche di letture, tutte sulla “realtà effettuale delle cose” .

Per il momento, dunque: Buone vacanze a tutte/tutti e Buona Lettura!

 L’inizio della fine

“Già domani milioni di persone mi malediranno, ma è questo che ha voluto il destino!” (Adolf Hitler, Berlino, Bunker della Cancelleria, 30 Aprile 1945

Sugli ultimi giorni di Adolf Hitler e dei gerarchi nazisti – nella Berlino conquistata, palmo a palmo, dalle truppe sovietiche comandate dal Maresciallo Georgij Žukov – c’è un bel Film del 2004, diretto dal regista tedesco Oliver Hirschbiegel. Il Film s’intitola “La Caduta – Gli ultimi Giorni di Hitler” e racconta, con drammatico realismo, gli ultimi 12 giorni di vita di Adolf HitlerEva Braun (che diventerà sua moglie poche ore prima del loro omicidio-suicidio, il 30 Aprile del 1945) e di diversi altri gerarchi nazisti; giorni trascorsi nel Bunker situato sotto la sede della Cancelleria del Reich.

Tra loro c’era Paul Joseph Goebbels (1897-1945), numero due del regime nazista, a differenza di Hitler (che era austriaco), un tedesco purosangue, Ministro della Propaganda del Reich dal 1933 e acerrimo sostenitore di Hitler e del nazionalsocialismo. Il Film di Hirschbiegel racconta che Goebbels e sua moglie Johanna Maria Magdalena, nata Rietschel e detta Magda, si suicidarono, il 1° Maggio del 1945, dopo avere ucciso i loro sei figli.

Le ultime ore e le circostanze della morte di Goebbels, di sua moglie e dei loro sei figli restano non completamente chiarite. La sera del 1º Maggio, alle ore 20,00, la signora Goebbels, insieme ad un medico delle SS, Helmut Kunz, narcotizzò i bambini con la morfina: una volta addormentati, Magda Goebbels, forse con l’aiuto del Dottor Ludwig Stumpfegger, li uccise, rompendo dentro la loro bocca una capsula di cianuro.

Poi Goebbels sparò alla moglie, rivolgendo quindi l’arma verso di sé. Secondo una diversa ricostruzione, invece, Goebbels e la moglie, date disposizioni per la cremazione dei loro corpi, si sarebbero fatti uccidere con due colpi di pistola alla nuca esplosi da un attendente. Di fatto, quando i loro corpi vennero ritrovati dai sovietici, erano carbonizzati a tal punto da non consentire alcuna analisi con le tecnologie dell’epoca. I corpi della famiglia Goebbels furono sepolti in modo anonimo e solo nel 1970 vennero cremati dai sovietici e dispersi nel fiume Elba.

Il ‘grande manipolatore’

Dunque, parlando di Paul Joseph Goebbels lo si definirà certamente un “genio del male” che ha fatto la fine che meritava (ma certo un Processo sarebbe stata cosa migliore per la conoscenza delle cose, la Verità e la Storia).

Ma scrivo qui di una figura, quella di Goebbels, che per le sue caratteristiche merita che su di lui e sulla sua opera nefasta si spenda qualche riga di parole in più di quelle solitamente riservate ai “pendagli da forca” della sua risma.

E così fa meritoriamente il giornalista del Secolo XIX, Quotidiano genovese, Giovanni Mari che ha mandato di recente alle stampe il suo ultimo lavoro in ordine di tempo, intitolato:  “L’Orchestra di Goebbels”, per i tipi della casa Editrice Lindau.

Va ricordato che questo Saggio di Giovanni Mari chiude una Trilogia su Joseph Goebbels che comprende altri due Volumi. Il primo, pubblicato nel 2021, si intitola “La Propaganda nell’Abisso” e riguarda l’ultimo Giornale del regime nazista, il «Panzerbär» («L’Orso corazzato»), distribuito a mano e gratuitamente, quando ormai tutto è perduto e solo la paranoia di Hitler intravede un futuro diverso. Pubblicato dal 22 al 29 Aprile 1945 nella voragine creata dalle granate e in mezzo al frastuono dei carri armati sovietici, racconta una realtà della guerra completamente falsificata, incitando i berlinesi ad un’estrema e impossibile resistenza e condannandoli a un infimo e scontato sacrificio.

Il secondo, pubblicato nel 2023, si intitola “Il Governo Goebbels” e riguarda le 30 ore che intercorrono tra il suicidio di Hitler e quello dello stesso Goebbels, in cui il Ministro della Propaganda nazista, dal Bunker sotterraneo in cui è rinchiuso, “governa” il Terzo Reich, prima dell’Ammiraglio Karl Donitz, in una Berlino ormai in mano ai sovietici. Entrambi i Volumi sono pubblicati dalla Lindau.

Goebbels è un intellettuale tedesco che viene da studi di germanistica. Ha provato, senza fortuna, a fare il giornalista e lo scrittore, durante i turbolenti anni di Weimar. Poi è salito sul carro della politica, accanto a Hitler ed è diventato uno dei principali, se non il principale, protagonista della “rivoluzione culturale” nazionalsocialista.

Oratore formidabile e instancabile, provocatore e agitatore privo di scrupoli, organizzatore abile e spregiudicato, Goebbels è un “rivoluzionario di professione”. A Berlino, alla guida dell’NSDAP, Il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori, riesce a conquistare la città più operaia e social-comunista della Germania. Nel 1933, diventato “Ministro della Propaganda” controlla meticolosamente stampa, radio, teatro, editoria, arte, cinema e la nascente televisione tedesca. L’allineamento della cultura e dell’informazione deve essere, per lui, totale. Così il “Direttore d’orchestra” sorveglia e indirizza ogni Settore della vita dei cittadini tedeschi e del resto del Reich, cosiddetto “Millenario”.

Paul Joseph Goebbels era certamente un criminale (ma il mondo lo avrebbe capito troppo tardi) ma era un criminale “creativo”. Uno – come ci ricorda Mari nel suo Lavoro – che aveva capito prima degli altri che per vincere la battaglia politica e prendere il potere il “Partito” avrebbe dovuto parlare una lingua comprensibile, la lingua del popolo e dunque fare quello che “il popolo” voleva fosse fatto, arrivando poi, con maestria a manipolare le coscienze dei tedeschi facendo sì che “il popolo” facesse, alla fine, quello che “il Partito” (nel frattempo diventato Governo del Paese) voleva che “il Popolo” facesse. Per arrivare a quell’obiettivo, Goebbels utilizzò sapientemente tutte le armi propagandistiche in suo possesso, arrivando perfino ad utilizzare per la sua propaganda anche le cose e le persone che personalmente odiava, Volete un esempio? Presto fatto.

“Abbiamo tutti un Blues da piangere”. ovvero la Radio Germany Calling”, e la “Charlie and His Orchestra” (*)

Molti conoscono la storia della vecchia Fortezza militare austro-ungarica di Theresienstad, situata a circa 60 chilometri da Praga, aperta nel Novembre del 1941 e trasformata dai nazisti in un Campo di concentramento (e sterminio) per gli ebrei e nota alla Storia con il nome di Terezin.

In quel KL – trasformato dai nazisti in “Ghetto modello” per gli ebrei ad uso e consumo della loro propaganda e dei creduloni del resto del mondo – Joseph Goebbels fa traferire i musicisti ebrei che mano a mano i nazisti catturano nei diversi Paesi che vanno occupando.

Ma la musica, segnatamente l’odiato Jazz, era già diventata in mano a Goebbels, una delle armi della sua propaganda. Nel 1940, infatti, il Ministro della propaganda nazista aveva creato un’Orchestra Jazz che aveva chiamato ‘Charlie and His Orchestra‘. Lo scopo – insieme a quello di diffondere nell’etere musica intrigante e dare un tono alla Stazione radiofonica tedesca anti-Gran Bretagna (un’altra delle sue creazioni propagandistiche) che trasmetteva in lingua inglese, la “Germany Calling”, martellando l’Inghilterra con la più subdola propaganda – era anche quello di  contrabbandare la «superiore» cultura nazionalsocialista: Il Jazz – che per i nazisti è ‘Entartete Musik’, musica degenerata, suonata anche da musicisti neri che Hitler, nel Mein Kampf cataloga come esseri inferiori –  è il passepartout perfetto per infiltrarsi nelle retrovie nemiche meglio dei razzi V2 o delle bombe.

E chi ingaggia Goebbels per la sua Band? Eccellenti suonatori, tra i quali ebrei, omosessuali e altri perseguitati dal nazismo. Il Gruppo, capeggiato da Karl Schwedler – noto jazzista tedesco soprannominato “Charlie” – tra il Marzo del 1941 e il Febbraio del ’43, avrebbe inciso oltre 90 celebri successi Jazz con le nuove liriche predisposte dal Propagandaministerium di Goebbels. Il successo è ampio: la trasmissione raggiunge sei milioni di ascoltatori giornalieri in Inghilterra.

E il Jazz torna alla ribalta della propaganda nazista quando la Croce Rossa Internazionale, nel 1944, visita Terezin. I Commissari trovano persone ben vestite e curate che passeggiano nei Parchi, dove giocano bambini felici; prendono il caffè nei Bar; ascoltano musica lirica, da camera e il Jazz, suonato dai “Ghetto Swingers”, e guardano (o addirittura partecipano a) Spettacoli Teatrali. Insomma, in quel luogo che la propaganda nazista spaccia per “Ghetto modello” per gli ebrei, la gente vive una vita felice.  I Commissari della Croce Rossa Internazionale, restano piacevolmente colpiti e se ne vanno contenti: la messa in scena propagandistica di Paul Joseph Goebbels ha sortito il suo effetto. Ora possono entrare in scena le SS e “accompagnare” tutte le “comparse” di quella mortifera farsa verso le camere a gas e i forni crematori di Auschwitz e degli altri Campi di sterminio dell’universo concentrazionario nazista: di quella “farsa” propagandistica non devono restare né tracce, né testimoni. Ma la Storia si incaricherà di tirare ai nazisti un brutto scherzo, poiché le “tracce” e i testimoni di Terezin, invece, ci saranno e racconteranno al mondo quello che c’era da raccontare.

******

Dunque, per Goebbels una vittoria della sua propaganda. Un motto confuciano recita: “Non importa di che colore è il gatto, l’importante è che prenda i topi”. E i “topi” sono caduti tutti nella trappola tesa loro dal “Direttore D’Orchestra” nazista.  La storia della Radio e dell’Orchestra Jazz fondate da Goebbles sono narrate approfonditamente nel Romanzo dello scrittore svizzero Demian Lienhard, intitolato “Mr. Goebbels Jazz Band” (Bollati Boringhieri, 2023).

Ma anche per il Ministro della Propaganda nazista il tempo passa inesorabile e dal punto di vista della guerra le cose per i neritedeschi, italiani, francesi e altri pendagli da forca collegati, non vanno affatto bene. Ma nonostante tutto, Paul Joseph Goebbels, il ‘rivoluzionario professionale’ di Rheydt (Bassa Renania) non molla. La sua fede nella vittoria del Terzo Reich è incrollabile. Ed ecco che, per lui, la Storia della Germania nazista è arrivata al punto in cui “il Popolo deve fare quello che il Partito vuole che il Popolo faccia”.

E allora Goebbels stravolge la realtà, trasforma le sconfitte certe in “presunte vittorie”; “galvanizza”, a suo modo, i tedeschi, mandando – con le Volkssturm, le Milizie Popolari, – addirittura vecchi e bambini, praticamente a mani nude, contro i T34 sovietici e così finendo di distruggere quel poco che in Germania ha ancora una parvenza di vita e così seriamente ipotecando il futuro del suo Paese. Roberto Rossellini, nell’ultima parte della sua “Trilogia della Guerra Antifascista”, definirà efficacemente quel momento con un Titolo: “Germania Anno Zero”, Film del 1948.

Poi, anche per Paul Joseph Goebbels, sua moglie Magda Rietschel  e i suoi sei figli, tra il 30 Aprile e il 1° Maggio del 1945, tutto avrà fine, tra le fredde e grigie mura di un Bunker sotterraneo. La Giustizia Universale degli uomini, la Giustizia dei vincitori, non avrà lo scalpo del “Direttore d’Orchestra”.

*******

Tutto questo è molto di più ci racconta il Saggio di Giovanni Mari che alla fine del suo lavoro, molto documentato, infila una puntata sull’oggi, palesando al lettore una sua preoccupazione che lo ha spinto ad “indagare le logiche politico-mediali della campagna elettorale permanente dei populisti del presente, ravvisando un campionario di strategie di storytelling che ha “rimesso a sistema” numerose delle novità comunicative “made in Goebbles”. Dalle ossessive rivendicazioni identitarie e il primato della tradizione one, al rifiuto di “farsi etichettare” di destra e di sinistra dagli attacchi forsennati contro le elites al rigetto della legge e di qualsivoglia istituzione sovranazionale c’è già tutto nella lingua del tempo (e del Terzo Reich) nei diari del Ministro della Propaganda.” (Massimiliano Panarari, dalla recensione di “L’Orchestra Goebbels”, su “Tuttolibri” [La Stampa] di Sabato 28 Giugno 2025).  

.(*) Il titoletto che avete letto è preso, in parte. dal titolo di un pezzo famoso eseguito nel 1973 dal Perigeo, Gruppo Jazz-rock italiano attivo negli anni ’70 del ‘900 e composto dai musicisti: Giovanni Tommaso (contrabbasso, basso), Franco D’Andrea (pianoforte, tastiere), Bruno Biriaco (batteria), Claudio Fasoli (sassofono), e Tony Sidney (chitarra). Qui è possibile ascoltarlo: https://www.youtube.com/watch?v=GBf6J4YPc38 .


Le foto presenti su abitarearoma.it sono state in parte prese da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla redazione che le rimuoverà.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scrivi un commento