Ambulatori Territoriali: il piano regionale nella lotta ai Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA)

Via libera al provvedimento per l'istituzione della "Rete per il trattamento dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione". Il piano sarà varato nelle prossime settimane

Anoressia, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata, night eating syndrome. Sono solo alcuni dei disturbi del comportamento alimentare (noti anche come DCA) che colpiscono tutta la popolazione, ma che nello specifico assumono rilevanza significativa tra i giovanissimi: l’età di esordio delle malattie fino a qualche anno fa era compresa tra i 15 e i 19 anni, ma recentemente tale età ha iniziato ad essere più precoce, iniziando ad essere molto diffusa anche tra i preadolescenti.

La problematica dei disturbi alimentari consiste, più in generale, in una serie modalità di assunzione (o non assunzione) di cibo che compromettono lo stato di salute fisica o il funzionamento psicosociale di una persona.

Per combattere in maniera più incisiva questo tipo di problematiche, il 22 ottobre la Regione Lazio ha dato il via libera all’approvazione di un piano per la creazione di ambulatori multidisciplinari in ogni ASL, allo scopo di poter affrontare in maniera efficace e con una presenza territoriale questa categoria di disturbi che negli ultimi anni ha visto un aumento crescente del numero di nuovi casi registrati: si è passati dai 680.569 del 2019 ai 1.450.567, con una linea di crescita costante negli anni.

Una categoria di problemi che riguarda oltre 55 milioni di persone nel mondo e che in Italia tocca 3 milioni di persone, pari a circa il 5% della popolazione.

Al fine di attuare il piano, le 14.000 assunzioni già preventivate dalla Giunta Regionale – per un importo di circa 660 milioni di euro – dovrebbero mettere le ASL in condizione di poter garantire l’erogazione delle prestazioni essenziali. Tra le professionalità previste in questa fase di potenziamento: medici di base, pediatri, psichiatri, neuropsichiatri, psicologi, dietologi, nutrizionista clinici, assistenti sociali, tecnici della riabilitazione psichiatrica, infermieri, dietisti e personale amministrativo.

Come si legge sul sito della Regione, “Il nodo centrale del trattamento di cura è rappresentato dall’ambulatorio territoriale di prossimità, affiancato da setting più intensivi e complessi in relazione alla gravità della patologia fino al setting ospedaliero per i ricoveri in acuto. Il nuovo modello della Rete regionale prevederà l’istituzione di almeno un ambulatorio multidisciplinare in ogni Azienda sanitaria locale nei quali sono programmati percorsi specifici sia per i minori sia per gli adulti. Tra le varie misure innovative introdotte nella Rete regionale, in ogni ambulatorio saranno erogati i programmi di riabilitazione psico-nutrizionale mediante il cosiddetto “pasto assistito””.


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