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Canili di Roma, tra ingressi, adozioni e storie sospese: i numeri del 2024

Alla Muratella, il più grande canile della Capitale, sono stati registrati 1.464 ingressi nel corso dell’anno

Ogni cane che varca i cancelli della Muratella o di Ponte Marconi porta con sé una storia. C’è chi arriva randagio, chi si è perso e non ha più ritrovato la strada di casa, chi invece è legato a vicende giudiziarie che lasciano in sospeso il suo futuro.

I numeri diffusi dal Comune di Roma per il 2024 aiutano a disegnare il quadro di due realtà che, giorno dopo giorno, si fanno carico dei “migliori amici dell’uomo” quando restano soli.

Alla Muratella, il più grande canile della Capitale, sono stati registrati 1.464 ingressi nel corso dell’anno.

Il flusso, prevedibilmente, è cresciuto con l’arrivo dell’estate: tra luglio e agosto i nuovi arrivi sono stati 296, quasi un centinaio in più rispetto ai mesi successivi. Novembre e dicembre, al contrario, sono stati i periodi più “tranquilli”, con 217 ingressi complessivi.

A Ponte Marconi, struttura più piccola ma altrettanto preziosa, il picco si è avuto a febbraio (14 ingressi) e a luglio (13).

Curiosamente, proprio in quegli stessi mesi si sono registrati anche i record di adozioni: 7 a febbraio e 10 a luglio, segno che l’amore per gli animali riesce a compensare, almeno in parte, il dramma degli abbandoni. A fine 2024, qui erano ospitati 127 cani.

Le ragioni degli arrivi raccontano molto della città e delle sue contraddizioni. Alla Muratella, oltre il 43% dei cani – 634 in totale – sono arrivati come randagi.

Altri 367 (25,1%) si erano semplicemente smarriti, mentre una parte significativa è legata a vicende legali: 84 “a disposizione del proprietario” e 25 su disposizione del giudice.

È proprio quest’ultimo aspetto a sollevare riflessioni importanti. La nuova Garante per il benessere degli animali di Roma Capitale, Patrizia Prestipino, ha raccontato di aver trovato quasi un centinaio di cani bloccati in una sorta di limbo burocratico:

«Se una persona finisce in arrestospiegal’animale non può seguirlo in carcere e viene affidato ai canili. Ma se la detenzione dura anni, è giusto che anche il cane o il gatto resti a lungo chiuso in gabbia, senza possibilità di adozione?».

Un interrogativo che non riguarda solo il destino di quegli animali, ma anche i costi che la loro lunga permanenza comporta. Intanto, dietro le sbarre della Muratella e di Ponte Marconi, centinaia di occhi aspettano ogni giorno lo stesso miracolo: che qualcuno li scelga, per ridare senso a una parola semplice ma preziosa, casa.


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