Casal Bertone, Officine Zero: una fucina di lavoro e iniziative di pubblica utilità

In via Partini 20, nelle ex Officine di Riparazione treni notte RSI. Sabato 25 novembre 2017: mostra fotografica e performance live

Due eventi da non perdere, domani 25 novembre 2017 alle Officine Zero, in via Partini 20, a Casal Bertone: alle ore 16 apertura della mostra fotografica C.O.R.PO curata da Pigment e alle ore 19 performance live “Rotadefero” con Casandra e Lili Refrain (one woman band). Ingresso gratuito.

Ma chi sono Officine Zero? Me lo sono chiesta dopo esserci stata il 28 ottobre scorso accompagnando i miei due nipotini di sei anni al laboratorio di falegnameria, al termine del quale un nutrito gruppetto di bambini ha potuto portar con sé, orgogliosamente, la cassettina con manico costruita, con legni, colla e chiodi, durante il laboratorio guidato da Mastro Vincenzo (responsabile della bottega di falegname).

Un progetto di rigenerazione urbana e del lavoro

A parte le informazioni ricevute durante la mia visita ai vari locali adibiti a laboratori, mensa, teatro e bar (sullo sfondo alcune carrozze ferroviarie), ho potuto soddisfare le curiosità che quei luoghi: fabbrica, capannoni, aree verdi, suscitavano in me visitando il sito www.ozofficinezero.it dal quale ho appreso che Officine Zero è un progetto di rigenerazione urbana e del lavoro; un’esperienza di recupero e trasformazione di un’area industriale nel cuore di Roma.

Ci sono i laboratori artigianali di falegnameria (compreso il restauro di mobili) e tappezzeria, un’officina di prototipazione e design, uno studio fotografico, uno studio di architetti, una redazione giornalistica, un’associazione di turismo sostenibile e una di progettisti. 10 mila metri quadri con capannoni per il lavoro e aree verdi con circa 70 alberi di cui 50 ad alto fusto. Attualmente i lavoratori attivi sono 45, la previsione è che in tre anni possano aumentare fino a 180.

La storia del sito

Il progetto si sviluppa in un sito che era dedicato alla manutenzione ferroviaria, vicino alla Stazione Tiburtina, nelle ex Officine di Riparazione treni notte RSI, luogo che per oltre 90 anni ha ospitato con la sua attività più di 100 lavoratori.

Le officine RSI nel 2008 sono state acquistate dal Gruppo Barletta SpA; tre anni dopo, nel 2011, gli operai vengono messi in cassa integrazione e aprono una vertenza seguita da un’occupazione.

Nel 2013 la società viene dichiarata fallita. Al fallimento segue un’occupazione più ampia che coinvolge diverse realtà sociali di Roma.

Si apre così un percorso di riprogettazione dal basso di uno spazio che rischia di attrarre intenti speculativi o di trasformarsi nell’ennesimo plesso industriale abbandonato.

Gli occupanti riattivano i laboratori artigianali in funzione prima del fallimento che diventano il luogo di lavoro di ex operai e artigiani, contemporaneamente al progetto si uniscono differenti tipologie di lavoratori che iniziano a svolgere il proprio lavoro all’interno degli ex uffici amministrativi.

Officine Zero diventa dunque una vera e propria Multifactory, all’interno della quale si praticano forme di economia circolare e collaborativa con un occhio di riguardo al riuso dei materiali, alla relazione con il territorio e alle sue necessità, all’educazione sociale e ambientale.

Al progetto venga riconosciuta la pubblica utilità

Ora Oz Officine Zero (l’associazione che tecnicamente occupa questi spazi) chiede al Comune di Roma che al progetto venga riconosciuta la “pubblica utilità”, anche perché sulle officine pende una spada di Damocle: la possibilità che l’area venga venduta a privati dai curatori fallimentari, con la temuta conseguenza di speculazioni edilizie. Per evitare ciò, nel corso di passati incontri con Campidoglio e IV municipio, i rappresentanti di Oz Officine Zero hanno chiesto che l’area sia destinata a funzioni relative al lavoro, alla rigenerazione urbana e al verde pubblico, chiunque sia il prossimo acquirente.


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