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Castel Fusano e Castel Porziano: la coccinilglia sta divorando storiche pinete

Benvenuti (Ecoitaliaslidale): "Difendere gli alberi del nostro Paese"

La situazione in cui versano gli alberi della Pineta di Castel Fusano è sempre più preoccupante. Non solo a causa degli incendi che hanno interessato negli ultimi anni la pineta, ma anche per la diffusione della cocciniglia tartaruga, nome scientifico Toumeyella parvicornis che avrebbero negli ultimi 5 anni distrutto più di 120 ettari di pineta.

La storica Pineta di Castel Fusano, area protetta istituita nel 1980 dalla Regione Lazio, che dal 1996 fa parte della Riserva Naturale Litorale romano, copre un territorio di 916 ettari, la più ampia area verde della Capitale. Ampi ettari con le principali alberature di pinus pinea danneggiate dal fuoco, sino a quello del 17 Luglio 2017, quando un ulteriore incendio  doloso ha bruciato 100 ettari della pineta nella zona a ridosso di Via Cristoforo Colombo e Via del Lido di Castel Porziano.

Oggi il sottobosco della pineta è secco e da svariati mesi è occupato da cataste di tronchi e rami mai rimossi nelle vaste aree di Castelfusano creando cumuli pronti a prendere fuoco. Sono a rischio anche le aree più urbanizzate della pineta, come Procolo e Acqua Rossa nonché l’area tra Infernetto ed il mare.

Non va meglio per la Pineta di Castel Porziano,  nella tenuta del Presidente della Repubblica, una estensione di 6.000 ettari di verde, di cui 600 ettari di pineta, con migliaia di pini compromessi, poi abbattuti a causa della cocciniglia,  con ceppi di pino lasciati accatastati ed anch’essi a rischio di incendio.

In questi giorni l’assessora capitolina all’Ambiente di Roma, Sabrina Alfonsi, ha comunicato che arriveranno  nuovi alberi , nello specifico, le nuove aree che saranno riforestate: 12,9 ettari a Castel Fusano nella porzione di pineta morta non interessata da altri progetti, inoltre , la tenuta presidenziale di Castel Porziano, in accordo con la Città Metropolitana, mette a disposizione ulteriori 63,7 ettari che permettono di mantenere il progetto RM03 di 137 ettari, come da progetto ammesso a finanziamento.

Ecoitaliasolidale, –  dichiara in una nota il Presidente Nazionale, Piergiorgio Benvenuti-  sta monitorando le due pinete: è molto importante il contributo di tutti, anche dei cittadini, in attesa delle ripiantumazioni previste, in questa fase di caldo eccessivo e siccità con alberi e sottobosco secchi che potrebbero prendere fuoco facilmente creando una tragedia ambientale e paesaggistica completa.

Vorremmo ricordare che la presenza del pericoloso parassita, Tumeyella Parvicornus, la cocciniglia tartaruga, una presenza iniziata dal 2018 quando vi erano solamente una limitata presenza tra Mostacciano e la Laurentina, mentre oggi, grazie alla mancanza di adeguati trattamenti fitoterapici interessa l’80% dei Pinus pinea della Capitale, circa 120.000 esemplari, mettendo a rischio, ben un terzo del totale delle alberature presenti a Roma.

Era necessario mettere in campo tempestivamente una vasta gamma di  soluzioni –prosegue Benvenuti-  compreso il ricorso  all’endoterapia, peraltro successivamente  autorizzato dal Ministero della Salute, insieme ad  integratori energetici dell’albero per potenziare le sue difese immunitarie, interventi  di riequilibrio biologico fra  insetti che ne possono naturalmente contenere la diffusione. Ed invece proprio  grazie all’incapacità dimostrata in questi anni dalle Istituzioni -prosegue l’esponente di Ecoitaliasolidale- la Capitale oltre al pericolo dei rami e degli alberi crollati perché non adeguatamente potati sta subendo  quindi anche l’attacco della “cocciniglia tartaruga”.

Bene le ripiantumazioni -prosegue Benvenuti- ma c’è da ricordare di difendere per tempo gli alberi prima di farli  ammalare e morire come è avvenuto nelle pinete romane, proprio per il grande valore ambientale che rappresentano . Il   parco alberi del nostro Paese -ricorda Benvenuti- che complessivamente sfiora i 12 miliardi con 50 kg CO2 sequestrati per anno per albero, se in buona salute,   sarebbe sufficiente a proteggerci dall’inquinamento da traffico con un risparmio conseguente rispetto al valore di circa 1450 euro anno che ci costa per persona l’inquinamento da traffico.

Altra considerazione sulle ripiantumazioni,  gli alberi per esercitare la loro azione disinquinante devono essere in buona salute e cresciuti oltre l’adolescenza, quindi dopo i 20 anni: da qui l’esigenza non solo di allargare le aree verdi,  ma anche di mantenerle ben vive a protezione del nostro ambiente e della  salute dei cittadini.

Ai nostri appelli che da tempo stiamo lanciando l’unica cosa che  è evidente –conclude Benvenuti-  è la costante inerzia avvenuta nel tempo di chi sarebbe dovuto intervenire per salvare le aree verdi e le alberature della Capitale ed anche con gli abbattimenti a tutt’oggi non riesce a scongiurare altri pericoli per il verde ed i cittadini, come ad esempio i possibili incendi .

Le foto si riferiscono alla Pineta di Castel Porziano


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