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Cocaina e codici d’accesso: così il pusher hi-tech gestiva il traffico da casa. Arrestato a Primavalle

Nel corso della perquisizione, la polizia ha rinvenuto anche una cassetta di sicurezza, documenti cartacei con gli ordini annotati, e il telefono criptato usato per la gestione delle consegne

Aveva trasformato la sua abitazione in una centrale dello spaccio 2.0, gestendo ordini di cocaina con messaggi criptati sulla piattaforma Signal, mentre gli acquirenti si muovevano nell’anonimato, nascosti dietro username e codici segreti. Un sistema raffinato, quasi “aziendale”, che ha però retto fino all’intervento della polizia.

A finire in manette è stato un 60enne romano, arrestato nel quartiere Primavalle nella giornata di mercoledì 2 luglio. A insospettire gli investigatori è stato il continuo andirivieni di clienti da uno stabile in via Michele Bonelli. Troppe facce sconosciute, troppi movimenti sospetti. E così è scattata l’operazione.

Il codice d’ingresso: “offline” ma blindato

Il meccanismo era collaudato: la trattativa avveniva via Signal, poi – una volta raggiunto l’accordo – il cliente riceveva un codice di accesso per entrare nell’appartamento. Solo i più fidati potevano varcare la soglia. Ma mercoledì pomeriggio, a pronunciare quel codice non è stato un cliente, bensì la polizia.

Gli agenti sono entrati nell’abitazione sorprendendo l’uomo all’interno. E quello che hanno trovato conferma la precisione quasi maniacale del sistema: oltre 250 grammi di cocaina, sigillata in involucri sottovuoto, ciascuno con il peso e un codice di destinazione.

Appunti, telefoni e prove: un archivio della droga

Nel corso della perquisizione, la polizia ha rinvenuto anche una cassetta di sicurezza, documenti cartacei con gli ordini annotati, e il telefono criptato usato per la gestione delle consegne. Una rete strutturata, che il 60enne portava avanti con rigore quasi imprenditoriale.

Ora, però, per lui si sono aperte le porte del carcere. L’accusa è pesante: detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. E l’indagine non si ferma qui. Gli inquirenti vogliono risalire alla rete di contatti, per capire se dietro quell’uomo ci fosse un’organizzazione più ampia.


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