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Covid nel Centro Accoglienza di via Gentiloni

CoopAeL: scongiurato il cluster grazie a pronto intervento di operatori, Asl e Municipio III

La Cooperativa Sociale Ambiente e Lavoro Onlus (CoopAeL), insieme alla Cooperativa “socia” Mediterraneo, è tornata a gestire, dal 12 ottobre scorso, il centro di accoglienza situato in via Ottorino Gentiloni, in zona Val Melaina nel Municipio III. Nel locale messo a disposizione da Farmacap già lo scorso anno la CoopAeL ha portato avanti un importante servizio di accoglienza, assistenza e sostegno verso le persone senza dimora. L’anno scorso il programma era stato avviato nella cornice del “Piano Freddo” che poi il Comune di Roma aveva deciso di prolungare nel periodo del lockdown rimodulando in servizio h24, in sostituzione delle iniziali 15 ore previste, per garantire a coloro che una casa non l’avevano un “luogo” riparato dove poter passare il periodo di chiusura.

Anche quest’anno la Cooperativa ha messo a disposizione un coordinatore e alcuni operatori per continuare ad offrire, insieme agli amici della Coop. Mediterraneo, accoglienza, ospitalità e orientamento a carattere sociale a persone dimora e in difficoltà socio- alloggiativa, attraverso un lavoro svolto in sinergia con la rete territoriale, con i servizi di accoglienza già attivi e con i Servizi Sociali Municipali.

Due settimane fa una delle persone accolte nel centro è risultata positiva al covid 19 ed è stata portata al Policlinico Umberto I. Successivamente un altro ospite era risultato contagiato dal virus. La Cooperativa ha immediatamente contattato la ASL che si è attivata e ha effettuato i tamponi alle altre 8 persone presenti nel Centro e anche a tutti gli operatori che lavorano presso la struttura che erano in quarantena volontaria a scopo preventivo. Sono stati eseguiti i tamponi in loco che hanno dato esito negativo per tutti i presenti, scongiurando definitivamente il pericolo “cluster”. Attualmente anche una delle persone che erano risultate positive, è negativa.

Questa situazione gestita in maniera impeccabile apre le porte, però, alla seguente riflessione: gli operatori possono trascorrere il periodo di isolamento nelle proprie abitazioni, stessa cosa non possono fare le persone presenti al Centro che una casa non la hanno. Come sottolineato dal Presidente della Cooperativa Costantino Giustozzi nel ricordare l’estrema delicatezza e allo stesso tempo importanza di questo presidio nel territorio del Municipio III: “Queste persone hanno un solo tetto possibile sulla loro testa: quello di via Gentiloni. All’interno della struttura attualmente non erano presenti sale di isolamento per i contagiati. Le due persone risultate positive erano state poi mandate in una struttura alberghiera. Anche questo è un problema che bisogna considerare, in vista di un lungo inverno e con l’aumento costante dei contagi. Ringrazio ovviamente i nostri operatori e coordinatori che si sono immediatamente attivati per scongiurare il pericolo “cluster” che poteva verificarsi all’interno del centro. Grazie anche al Municipio III che ha richiesto alla Asl competente tutte le procedure del caso che sono state rigorosamente rispettate per evitare ogni rischio di sorta. Con questo lavoro congiunto siamo riusciti a non alimentare un focolaio di contagio. Abbiamo agito velocemente, ponendo come sempre al primo posto la salute e il rispetto delle persone”.

A proposito del “diritto alla salute” la Cooperativa ha sottolineato l’importanza di questi centri, luoghi dove le persone che non hanno una casa o versano in condizioni di profonda povertà possono trovare il calore di un tetto, un pasto caldo da mangiare e l’accoglienza da parte degli operatori sociali che li seguono: “L’anno scorso, durante il lockdown, la presenza di questo centro di accoglienza è stata fondamentale per le tante persone senza dimora che non potevano stare più per strada. Quest’anno ci troviamo di nuovo, dati gli ultimi dpcm, ad affrontare lo stesso problema. Nella capitale, prima di marzo 2020, erano tantissime le donne e gli uomini che, non avendo una casa, passavano la notte abbandonati a se stessi in qualche stazione, su un autobus o sotto un portone di un palazzo, in cerca di riparo. Tuttora il problema rimane e, secondo i numeri che ci sono stati comunicati, sono ben ottomila le persone a Roma che versano in queste condizioni drammatiche. Fra le vittime silenziose del covid vi sono quindi anche i senza dimora, dimenticati dagli affetti familiari e, a volte, dimenticati dalle istituzioni. Sono persone come le altre che hanno il diritto alle cure sanitarie, il diritto al sostentamento e il diritto ad un’abitazione. Questo caso di covid a via Gentiloni deve servire da monito per porre maggiore attenzione a ciò che accade nei Centri di accoglienza e alle difficoltà che affrontiamo e che ci troveremo a gestire nelle prossime settimane. Oltre al problema economico e sociale vi è il problema psicologico da affrontare. Per questo offriamo anche questo tipo di supporto per lenire la disperazione che si unisce alle difficoltà che queste persone già avevano. Ora si trovano ad affrontare nuove e allarmanti questioni come il terrore del contagio . Noi continueremo, con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, a monitorare e ascoltare il grido di allarme di queste persone e cercare, insieme ai servizi sociali territoriali, la soluzione più efficace per tutti. E’ importante non abbassare la guardia e continuare a garantire un servizio imprescindibile per le persone più fragili presenti nella capitale”.


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