Deliri pop a Villa Ada con St.Vincent

Un successo il concerto dell'8 luglio della cantautrice statunitense a Roma. Grandi canzoni, look “totally black” e qualche frase in italiano

Per alcuni è la versione al femminile di David Byrne, con il quale ha peraltro collaborato facendo uscire nel 2012 un album a firma congiunta; per altri lo è di David Bowie; per altri ancora di Prince. Ma per quasi tutti St.Vincent è semplicemente una delle cantautrici più illuminate della scena attuale.

E la conferma si è avuta mercoledì sera nella splendida cornice di Villa Ada, dove la poliedrica compositrice americana ha tenuto uno dei concerti più attesi dell’estate romana, dopo l’esibizione all’Auditorium del 16 novembre scorso.

Un’attesa ripagata alla grande con un concerto tirato, martellante, concreto, in cui la musicista dell’Oklahoma ha ripercorso quasi dieci anni di carriera conditi da quattro album di studio – dall’esordio Marry Me del 2007 fino a St.Vincent uscito l’anno scorso – e una sfilza di riconoscimenti tra cui la recente affermazione ai Grammy Awards nella categoria “best alternative album” con lo stesso lavoro omonimo.

stVincent

E proprio da questo la Nostra ha attinto a piene mani per uno spettacolo che ha riservato sorprese anche dal punto di vista scenografico e coreografico. Con lei, St.Vincent, al secolo Annie Erin Clark, maestosa, tirata, irresistibile nel suo completo di pelle nera (anche i capelli neri, ma stavolta l’acconciatura è quasi “normale”) e avvinghiata come un’ossessa a quella sei-corde che sa far mugolare come poche. E’ lei che “canta e porta la croce” affiancando con estrema naturalezza parti di chitarra tutt’altro che scontate a linee vocali comunque impegnative e giocate spesso anche sul falsetto. L’atteggiamento però non è ermetico ma anzi simpaticamente proteso verso il pubblico, con frasi e ringraziamenti in italiano buttati là ogni tanto.

Per il resto, verve provocatoria, attitudine arty, aromi electro-pop, ma anche una “penna” killer capace di brani memorabili. Questi gli ingredienti della notte romana sul laghetto di Villa Ada a beneficio dei numerosissimi presenti convenuti ieri. E lei non si è fatta pregare sciorinando un’ora e mezza di grande concerto nonostante le fatiche di un tour lunghissimo che l’ha portata ad esibirsi anche in Sud America. Bravissimi anche gli altri musicisti ad accompagnarla sul palco.

stVincent concerto villa ada

Scaletta stravolta rispetto alle due precedenti serate italiane del 6 e 7 luglio a Sesto al Reghena e Sestri Levante. Dopo l’apertura con le nuove Birth In Reverse e Rattlesnake l’hanno fatta da padroni i pezzi di Strange Mercy, 2011 (Surgeon, Chloe In The Afternoon, Cruel, Cheerleader) e Actor, 2009 (Actor Out Of Work, Laughing With A Mouth Of Blood, Marrow), prima del ritorno alle crepuscolari ma brillanti pièces dell’ultimo album (una straordinaria versione di Prince Johnny, poi Every Tear Disappears, Regret, Digital Witness, Bring Me Your Loves e Huey Newton) e i bis affidati alla “madonniana” I Prefer Your Love e Your Lips Are Red.

Sono mancati i brani da Love This Giant, il succitato album realizzato con l’ex-leader dei Talking Heads, ma – si sa – lui è insostituibile, quindi meglio non azzardare. Chè per diventare così grandi c’è ancora tempo.


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