Enrique Vila-Matas alla Residenza dell’Ambasciatore di Spagna

Conversazioni al Gianicolo: il genio letterario catalano incanta Roma

Venerdì 27 giugno 2025, Enrique Vila-Matas, tra gli scrittori più originali e influenti della letteratura europea contemporanea, è stato protagonista di una serata di dialogo e riflessione nella Residenza dell’Ambasciatore di Spagna a Roma.

L’incontro, inserito nel ciclo “Conversazioni al Gianicolo”, è stato organizzato dall’Instituto Cervantes di Roma, con il supporto dell’Ambasciata di Spagna in Italia e dell’Associazione Ispanisti Italiani (AISPI). Un’occasione preziosa per ascoltare da vicino la voce di un autore, i cui libri, tradotti in oltre 30 lingue, hanno segnato profondamente la narrativa postmoderna.

La serata è stata aperta dall’Ambasciatore di Spagna Miguel Ángel Fernández-Palacios Martínez e dal Direttore dell’Instituto Cervantes Ignacio Peyró, con la partecipazione di esperti come Renata Londero, presidente dell’Associazione Ispanisti Italiani, Elena Liverani dell’Università IULM e lo scrittore Andrea Bajani. Tra dialoghi e interventi, si è riflettuto sull’opera e sul pensiero di uno degli autori più stimolanti del nostro tempo.

Nato a Barcellona nel 1948, Vila-Matas è autore di più di trenta libri tra romanzi, racconti e saggi. Vincitore di prestigiosi premi letterari, tra cui il Premio Rómulo Gallegos, il Prix Médicis étranger e il Premio Elsa Morante.

La sua scrittura combina sottile ironia, riflessione metaletteraria e una particolare attenzione al confine tra realtà e finzione. I suoi personaggi, muovendosi tra letture, citazioni e crisi di identità, si interrogano sulla scrittura, in un continuo omaggio alla letteratura come esperienza di vita.

Nel corso della conversazione, si è discusso del ruolo dello scrittore oggi, della responsabilità della letteratura e del legame tra narrazione e verità.Una riflessione appassionata, alimentata dalle parole dello stesso Vila-Matas:

“L’orgoglio dello scrittore di oggi deve consistere nell’affrontare gli emissari del nulla – sempre più numerosi in letteratura – e combatterli fino alla morte per non lasciare l’umanità proprio nelle mani della morte. In breve: che possiamo chiamare uno scrittore uno scrittore. Perché, checché se ne dica, la scrittura può salvare l’uomo. Anche nell’impossibile”.


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