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Il Consiglio straordinario per la sicurezza di Roma

Nel lungo documento presentato dalla maggioranza indicate le priorità politiche e le strategie di intervento su cui indirizzare l'azione amministrativa

Forse, se si ripartisse dalla fine, il consiglio comunale straordinario sulla sicurezza svelerebbe la sua vera ragione. Non la messinscena di una sterile rissa fra opposti schieramenti politici, le sparate di Gianni Alemanno sull’espulsione di massa dei rom o l’assurda richiesta di dimissioni nei confronti dell’assessore Touadi, ma un confronto serio sulle proposte per rendere Roma più sicura e farla apparire più sicura agli occhi dei suoi cittadini.

È arrivato alla fine di una lunga e a tratti accesa discussione, il voto dell’Aula Giulio Cesare sul lungo documento presentato dalla maggioranza per indicare le priorità politiche e le strategie di intervento su cui indirizzare l’azione amministrativa. Un lungo e dettagliato elenco di impegni e richieste, che puntano a coniugare prevenzione, certezza della pena e integrazione sociale. Un atto concreto che, come ha spiegato il capogruppo del Pd, Pino Battaglia «sollecita l’amministrazione locale a continuare a lavorare per il contrasto al degrado e per le politiche di integrazione».

L’ordine del giorno impegna innanzitutto il sindaco e giunta a proseguire nella ricerca di intese con il governo romeno sul controllo dei flussi migratori, così come a garantire l’accesso ai fondi europei dedicati ai progetti a favore delle popolazioni Rom e ad aprire tavoli interistituzionali sulla programmazione dei flussi, come previsto dalla carta sociale europea. Fondamentale anche ricercare con più forza e convinzione un rapporto costruttivo con le comunità straniere presenti a Roma, a cominciare ovviamente da quella rumena, per isolare le sacche di criminalità.

All’aumento delle forze di polizia sul territorio e al lavoro in comune con la prefettura contro lo sfruttamento dei minori e della prostituzione, l’abusivismo commerciale e alla produzione di merci contraffatte gestita dalla criminalità organizzata, il lavoro nero e al mercato selvaggio degli affitti, deve affiancarsi il rafforzamento delle politiche di mediazione sociale, riqualificazione urbana, dei percorsi di educazione alla legalità, dei programmi di informazione sulle droghe, di lotta alle tossicodipendenze, dell progetto Roxanne sulla prostituzione, con un maggiore coinvolgimento dei tavoli delle associazioni di solidarietà.

Non manca, infine, l’allarme sulla diffusione di forme di forme inaccettabili di razzismo, di violenza xenofoba, di intolleranza, etnica, religiosa o basata sull’orientamento sessuale. Non a caso il centrosinistra considera parte integrante di una politica della sicurezza, l’isolamento e la repressione dei «gruppi di facinorosi neofascisti che, dietro la maschera del tifo organizzato, perseguono obiettivi politici in aperto contrasto con i principi di democrazia e di libertà propri della Costituzione repubblicana».


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