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Il Museo di via Tasso ancora senza dirigenza

Da dicembre scorso lo storico Museo senza Presidente e membri del Comitato Direttivo

Da 2 mesi lo storico Museo della Liberazione di via Tasso 145 – che sorge nel tristemente noto luogo che durante i mesi dell’occupazione nazifascista di Roma (dal 10 settembre 1943 al 4 giugno 1944) fu sede del Comando del Servizio di Sicurezza delle SS, sotto la guida del colonnello Herbert Kappler, e dove furono rinchiusi e torturati  (spesso fino alla morte) migliaia di italiani –  è senza vertici, per la mancata nomina del Presidente e dei membri ministeriali del Comitato Direttivo da parte del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

Tre giorni fa è stato proprio l’ANPI provinciale di Roma a commentare la situazione sulla sua pagina Facebook.  “L’ANPI Provinciale di Roma esprime la propria profonda insoddisfazione per un comportamento che offende la città di Roma, Medaglia d’Oro per la Resistenza.”

“Il Museo storico della Liberazione” continua il comunicato “è una istituzione molto importante e deve essere messa in condizione di avere la piena funzionalità dei propri organismi decisionali e gestionali. Ogni anno migliaia e migliaia di ragazze e ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado, non solo di Roma, così come migliaia di cittadine e cittadini compiono il proprio pellegrinaggio laico in quei luoghi simbolo della barbarie nazi-fascista. Chiediamo pertanto al Ministero della Cultura di fare immediatamente quanto di sua competenza ed adoperarsi quanto prima.”

Sentitosi chiamato direttamente in causa, il Ministro Sangiuliano ha dichiarato “Stiamo predisponendo gli atti e tra qualche giorno avremo il Presidente e il Consiglio di Amministrazione scelti tra autorevoli accademici e studiosi della Resistenza e dell’antifascismo” per cercare di fermare le polemiche scoppiate intorno alla vacanza degli organismi dirigenti.

 

Antonio Parisella, già professore ordinario di storia contemporanea all’Università di Parma e presidente uscente del Museo – che quasi per destino è nato il 25 aprile del 1945, il giorno della liberazione dal nazifascismo – ha comunque deciso di non riconsegnare le chiavi e mantenere la sede aperta “in rispetto di un così rilevante pubblico servizio essenziale che non può essere interrotto”, come da lui stesso dichiarato in un comunicato. Parisella, come dichiarato in una sua intervista al quotidiano Il Manifesto, ha dichiarato che il Ministero della Cultura è il principale responsabile, puntando il dito sulla direzione generale dei musei, colpevole di non aver provveduto per tempo alla nomina di una figura di così alto rilievo culturale, lasciando anzi scadere la carica senza interessarsi minimamente ad una sostituzione contestuale.

Sulla vicenda molti anche gli attacchi politici da parte dei parlamentari di opposizione. In particolare, Laura Boldrini, deputata del PD e Presidente del comitato permanente sui diritti umani della camera dei Deputati ha dichiarato sulla vicenda che “un luogo simbolo della barbarie nazifascista diventato testimonianza della lotta di Liberazione della Capitale merita massima attenzione, cura e tutela. Grave che sia rimasto senza CDA”

Il Museo Storico della Liberazione di Via Tasso

Ricordiamo che il Museo Storico della Liberazione di Via Tasso fu istituito con legge 14 aprile 1957 n. 277, e costituisce tutt’ora uno dei più importanti siti per la conservazione della memoria storica della Nazione. Il 15 giugno 1950 la principessa Josepha Brazzà in Ruspoli – quale discendente del principe Francesco Ruspoli che costruì l’edificio – donò allo Stato quattro degli appartamenti usati come carcere affinché fossero destinati permanentemente a Museo Storico della Liberazione di Roma. Dopo l’istituzione nel 1957, il Museo passò sotto la sorveglianza del Ministero della Pubblica Istruzione e la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Roma ne risulta l’attuale Istituto consegnatario.


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