Il nostro Vinitaly (III puntata)
Una degustazione di “Vini biologici, sostenibili italiani” organizzata dalla ColdirettiDopo esserci deliziati con i “Vini da varietà autoctone italiane”, ci accorgiamo che il giorno seguente, sempre nella stessa sede di Vinitaly, la Coldiretti ha organizzato una degustazione di “Vini biologici, sostenibili italiani”: non perdiamo tempo e ci iscriviamo.
Sono vini ottenuti da uve da coltivazione biologica, che devono avere questi requisiti:
- La certificazione biologica della UE
- L’etichetta con il logo o il sigillo biologico della UE
- È vietato l’uso di pesticidi ed erbicidi
- Le uve devono provenire soltanto da coltivazione biologica
- Seguire tutte le normative UE
Non sono quindi ammesse sostanze chimiche-sintetiche, ad eccezione di rame e zolfo utilizzati per combattere le malattie fungine
8 vini in degustazione:
Azienda Bresolin Bio (Veneto): Prosecco Docg Asolo Extra Brut; i vigneti (dalla collina) guardano il mare; i terreni misti di argilla e calcare; l’azienda è condotta da tre fratelli, che dopo aver ereditato il terreno dal nonno, nel 2012 hanno iniziato la cultura biologica del Prosecco. Il vino è: di colore giallo paglierino; la bollicina sottile; all’olfatto fruttato (mela Golden, pera Kaiser), leggermente floreale (gelsomino, biancospino), vegetale (salvia); tutti i profumi si confermano al palato, così da risultare armonioso e morbido, nonostante la bassa quantità di zuccheri; indicato per gli aperitivi.
Fattoria Paccusse (Marche): Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico; i terreni argillosi diventano sabbiosi verso il mare; è una azienda polivalente di 200 ettari con bovini di razza marchigiana e maiali; 5 ettari sono di Verdicchio (vinificato in proprio); forte escursione termica; è una zona con molte falde acquifere, qui c’era una antica fonte; spremitura a bassa temperatura; l’origine del nome è appropriato per le meravigliose sfumature verdi; all’olfatto agrumi, lici, lime, bergamotto, con un finale salmastro, il floreale è di ginestra e mimosa, profumi che aumentano con l’invecchiamento; al palato si presenta con notevole acidità, finale sapido e floreale; l’aggiunta di un 10% di trebbiano è per dare una maggiore morbidezza e rotondità.
Santiquaranta (Campania): Falanghina Igt Campania; zona interna del beneventano, alta collina del Sannio, alle pendici del monte Taburno; territorio ricco di falde acquifere, fondamentali per la coltivazione sostenibile e biologica; Aglianico e Falanghina sono le tipiche cultivar di queste zone; la Falanghina messa in degustazione è del 2016; passaggio in legno di 6 mesi; il colore è un oro caldo; all’olfatto frutto tropicale, pesca, agrumi dolci, mandorla tostata, eucalipto, spezie; al palato morbido, ricco, strutturato, la componente glicerica è ben presente; a tutto pasto, secondo il nostro gusto.
Cantina Orsogna (Abruzzo): Igt Terre di Chieti Malvasia; cooperativa sociale di circa 500 piccoli produttori con circa 1500 ettari; iniziato nel 1992 ci sono voluti molti anni (2021) per raggiungere il 100% di coltura biologica, il 50% è a conduzione biodinamica; si utilizzano soltanto i lieviti presenti sulle uve; la “solforosa” è usata solo durante l’imbottigliamento; colore ramato delicato (orange); all’olfatto fiori di campo, rosa canina, melone maturo, erbe aromatiche, rosmarino, la componente minerale è presente; al palato si confermano tutti i profumi, spiccano le erbe aromatiche, il melone e un finale salino.
Renzo Michelini (Trentino-Alto Adige): Doc Trentino Pinot Nero; il clima ha una notevole importanza; 0,9 ettari di vigna adagiata su una altitudine di 450 metri; il vigneto è circondato da una siepe per proteggerlo dai caprioli, cervi, tassi, volpi, uccelli; la selezione dei grappoli si fa manualmente; fermentazione in grandi botti e conservazione in tonneaux da 500 litri; colore rubino; all’olfatto elegante, violetta, glicine, profumi di bosco, lampone, fragolina, legno di cedro, la tostatura arriva in finale, leggero sentore di caffè; al palato pompelmo rosa, legni aromatici, sotto bosco; abbinamento poliedrico: pesce spada, tonno, cacciagione.
Agricola Giorgio Sobrero (Piemonte): Doc Barbera d’Alba; la Barbera si adatta in numerosi terreni; 10 ettari di vigneto adagiato a una altitudine di 400metri; vinificazione a temperatura controllata per 6/7 gg, finisce la sua fermentazione in acciaio senza buccia, finita la malolattica viene messo in tonneaux da 5 quintali per sei mesi; quindi messi in botti di acciaio per la decantazione; l’azienda è certificata per la coltura sostenibile.
Vino: colore rosso rubino intenso con riflessi violacei; all’olfatto ciliegia, prugna, fragola, mora, frutti di bosco, spezie pepe nero e rosa, chiodi di garofano, cannella e noce moscata; al palato tannino delicato, spalla acida, agrumi soprattutto arance rosse, spezie; abbinamento agnolotti e carne rosse.
Cantina del Mandrolisai (Sardegna): Doc Mandrolisai Rosso; cooperativa sociale nata nel 1950 con circa 60 soci e 90 ettari; è posizionata nel centro geografico della Sardegna; è composto da tre uvaggi: Cannonau, Bovale, Monica autoctono, che hanno la peculiarità di maturare in tempi diversi, quindi, non è facile trovare il momento giusto per la vendemmia. Vino: colore rosso rubino; all’olfatto mirto, ginepro, alloro, rosmarino, mora, prugna, spezie pepe nero, cuoio, tabacco, sottobosco; al palato fortemente tannico, floreale rosa rossa, viola, finale lungo.
Azienda Agricola Ladogana (Puglia): Igt Puglia Rosso Nero di Troia; San Severo vitigno antico; a parlare è il titolare l’enologo Vittorio Feola: “… nel 1991, finiti gli studi, abbiamo deciso con la mia famiglia di immergerci nel mondo del biologico; l’allevamento dal tendone alla spalliera; 40 ettari attorno alla cantina; sono un enologo-contadino, in mezzo ai filari piantiamo la Facelia (Phacelia Tanacetifolia), che è ottima sia come pianta mellifera (le api ci aiutano nella concimazione), che come arricchimento naturale del terreno.
Vinificazione a temperatura controllata, in Puglia si raggiungono temperature africane; vendemmia fine ottobre; 10 giorni di macerazione delle bucce, finita la malolattica, il vino riposa in barriques di rovere francesi per 4 mesi; dopodiché è pronto per l’imbottigliamento. Vino rosso focoso solenne, fa cementare amicizie”.
Colore rubino granato; all’olfatto molto strutturato, erbe aromatiche, bacca di ginepro, timo, cioccolato, caffè, noce moscata, note salmastre: al palato irruente con tannini potenti ma raffinati in legno, acidità ben presente: abbinamento con grigliate, orecchiette con le cime di rape (e cacio ricotta, n.d.r.).
I vini biologici sono sempre più richiesti dagli amatori e stanno conoscendo un successo sia a livello nazionale che internazionale: ben il 6,5% dei vigneti italiani con 53 mila ettari sono bio; questo dato, che è in crescita, è in controtendenza con il resto del mercato vinicolo; inoltre va considerato che sono ancora pochi i punti vendita e i ristoranti specializzati in questo settore.
Per la nostra esperienza i vini selezionati per la degustazione sono risultati tutti ottimi e, quindi, se il futuro della vitivinicoltura è questo, siamo ben felici di poter contribuire alla salvaguardia dell’ambiente, senza tralasciare la qualità del prodotto.
Questo articolo è stato utile o interessante?
Sostieni Abitarearoma clicca qui! ↙