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Le campane di Sant’Igino, Pio IX e il cannone del Gianicolo

Ovvero quando si dice la diligenza del papa-re

Raccolgo un quesito che si leva dai dintorni della parrocchia di sant’Igino Papa a Colli Aniene. Lo riporto fedelmente qui di seguito: “Cosa ne pensate in merito al disturbo continuo delle tre campane della chiesa di viale  Sacco e Vanzetti, vicino al mercato, che suonano all’impazzata dalle prime ore del mattino …  praticamente il suono impostato è altissimo e sotto la camera da letto di tre e più palazzine. Si può disturbare ogni due ore le persone con quel fracasso, soprattutto quelle che fanno anche turni notturni e la mattina vorrebbero riposare? E quelli che si alzano presto per andare a lavorare durante la settimana e che la domenica non vorrebbero essere buttate giù dal letto alle 8? Ciò non rappresenta “disturbo alla quiete pubblica”? Senza fare polemica sull’utilità di richiamare i fedeli (che sanno benissimo a che ora c è messa) il rispetto per tutti, praticanti e non,  credo ci debba essere. Grazie”.

D’impulso mi viene da dire subito e citare pure la Legge, i regolamenti e le numerose sentenze che pur rispettando le comuni esigenze religiose, si sono più espresse a favore delle quiete dei cittadini. Mi piace però iniziare appellandomi al buonsenso di tutti, specie di chi sappiamo maestro di rispetto e moderazione, suggerendogli questa volta di non insistere nella pratica rumorosa: oltre tutto questa potrebbe … ma è forse meglio che taccia perché  – con i tempi che corrono – … non sia proprio io a fornire … imbeccate; proseguirò – per buttarla lì in gradevole storia cittadina – con il racconto delle campane di Roma e di come Pio IX, buona memoria, provvide ad azzittirle; terminerò più concretamente con un accenno alla Legge vigente.

C’è stato un tempo in cui  l’orologio era il bene dei pochi che potevano permetterselo; per gli altri, la gente bassa, c’erano le campane: con rintocchi noti e definiti annunziavano non solo le cerimonie religiose ma scandivano anche le ore del giorno e facevano da sentinelle che vigilavano e all’occorrenza allertavano la gente all’avvicinarsi di eventi pericolosi. Ma a quei tempi le case erano sparse e lontane dalle chiese e dalle campane.

Veniamo a Roma ed in tempi più recenti ma non troppo, nel 1846 cioè, quando l’ultimo papa-re, (fuori dunque di ogni sospetto) dimostrò diligenza e sensibilità alle necessità dei suoi sudditi. Non possiamo ora e non vogliamo credere che l’ottimo parroco di Sant’Igino Papa, oggidì sia meno attento di un Papa, di più da poco beatificato.

Sentite questa: quando Pio IX  riconobbe che le grosse campane non potevano più svolgere il loro ruolo primario con le case così addossate alle chiese, le azzittì (il loro scampanio infatti per una ragione o per l’altra era incessante, fastidioso e non poteva – se non potenziato – raggiungere la case più lontane). Così, l’unico segnale, quello più importante per la città , rimase quello di segnare inequivocabilmente il mezzogiorno. Allora il papa-re, incaricò un … cannone, facendo cioè sparare a salve un pezzo dell’artiglieria di cui Castello (così veniva semplicemente chiamato Castel S. Angelo) era ancora ben fornito.

Questo è l’esempio che ci viene dai nostri padri che non ebbero bisogno di leggi o sentenze ma operarono con la “diligenza e buonsenso del padre di famiglia”. (Per saperne di più >>)

Attualmente, la legge dello Stato ed i Regolamenti, fissano limiti alla rumorosità per tutelare la quiete e la salute della collettività. Per le inadempienze sono pure previste sanzioni amministrative e contravvenzionali (art 659 Codice penale) ”per l’uso di strumenti rumorosi che recano un effettivo disturbo al riposo o alle occupazioni delle persone, compreso il del suono delle campane di una chiesa”. Comunque, con buona pace degli uomini di chiesa, anche la Chiesa cattolica è contraria al superamento della soglia della normale tollerabilità come volume, ripetitività e continuità del suono delle campane. Aggiungiamo: specie se addirittura sono sotto le camere da letto dei cittadini.


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