

Il pubblico ministero aveva chiesto 9 anni e 4 mesi. Il giudice, valutando le prove e la gravità dell’aggressione, ha deciso per 8 anni di reclusione
Sembrava una discussione come tante, magari nata davanti a un bicchiere di troppo. Ma in pochi minuti si è trasformata in un incubo. A dividerli erano solo 90 euro, ma a fine serata uno dei due si ritrovava a terra, in fin di vita. L’altro, un 43enne, oggi è stato condannato a 8 anni di carcere per tentato omicidio.
Il fatto risale alla fine di luglio dello scorso anno. Siamo ad Artena, piccolo centro della provincia romana. Una lite tra colleghi e, fino a quel momento, amici. Poi il dramma: una coltellata all’addome che perfora un organo vitale.
La vittima, 41 anni, viene trasportata d’urgenza prima a Colleferro, poi allo Spallanzani di Roma. Due interventi chirurgici, uno per salvargli la vita, l’altro per rimuovere l’organo irrimediabilmente danneggiato.
All’inizio, un mistero. L’uomo accoltellato, forse per paura o per lo shock, dice di non riconoscere l’aggressore. Nessuna telecamera, nessun testimone. L’inchiesta parte da zero.
Ma i carabinieri della compagnia di Colleferro, insieme ai colleghi di Artena, non mollano. Supportati dalla procura di Velletri, con il pubblico ministero Serena Rossi alla guida, scavano a fondo.
Tra testimonianze incrociate, attività tecniche e vecchi messaggi, il cerchio si stringe. A novembre, quattro mesi dopo l’aggressione, arrivano le manette per un 43enne, collega della vittima. Amico, fino a quella maledetta sera.
Il processo è stato rapido. Il pubblico ministero aveva chiesto 9 anni e 4 mesi. Il giudice, valutando le prove e la gravità dell’aggressione, ha deciso per 8 anni di reclusione.
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