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Maltrattamenti a scuola, maestra e direttrice agli arresti domiciliari

Violenze e vessazioni a bambini apostrofati come "scemo", "zozzo" e "bastardo". I più grandi usati come kapo

M.R.C. , 57 anni e F.M. 63, direttrice e maestra della scuola dell’infanzia di via San Romano 92, a Portonaccio, sono agli arresti domiciliari per maltrattamenti e percosse verso bambini di 4 e 5 anni.

violenza-bambiniGli investigatori, dopo la segnalazioni di genitori e personale scolastico, hanno nascosto delle telecamere nella scuola per andare in fondo alla vicenda. Da esse ne è emerso un quadro raccapricciante fatto di umiliazioni e vessazioni. Spesso i bambini più “difficili” venivano apostrofati con epiteti come “scemo”, “zozzo” e “bastardo” ed i più grandi utilizzati come ‘kapo’ nei confronti dei più piccoli. “Vai da lui e schiaffeggialo”, ordinava l’educatrice che, per ottenere l’obbedienza degli alunni, ricorreva a violenze fisiche e psicologiche. Un bambino, colpevole di essersi fatto la pipì nei pantaloni, è stato costretto dalla maestra ad inginocchiarsi e ad asciugarla con un fazzoletto di carta, dopo essere stato minacciato, davanti agli altri bambini, di fargliela pulire con la faccia.

Nonostante la maestra fosse stata più volte criticata e ripresa anche dalle sue colleghe per i suoi ‘metodi educativi’, continuava nei suoi comportamenti perché coperta dalla direttrice, l’altra donna oggi arrestata dalla polizia che avrebbe nascosto la verità “al fine di salvaguardare il buon nome dell’istituto”.  Nel corso del tempo, il personale scolastico, docenti e non, che denunciava i comportamenti dell’insegnante alla direttrice in alcuni casi sarebbe stato emarginato dall’ambiente. La direttrice, infatti, avrebbe cercato di mettere tutto a tacere senza prendere alcun provvedimento e avrebbe fatto ricorso anche a forme di intimidazioni e ritorsioni nei confronti di chi accusava la maestra.

Siamo accanto ai bambini e alle famiglie della scuola San Romano – ha dichiarato il consigliere comunale PD Paolo Masini – la gestione di casi come questo è estremamente difficile e ad essa va destinata un’attenzione specifica: oltre la condanna, i fatti emersi oggi devono far riflettere sull’assoluta necessità di tornare a investire sulla formazione degli educatori, completamente abbandonata negli ultimi cinque anni”.

“Inoltre – prosegue Masini – è urgente riprendere il lavoro per la creazione di un organismo a monte, una sorta di ‘unità di crisi’ cui possano pervenire le segnalazioni e attraverso il quale far partire interventi e soluzioni tempestive, supportando il lavoro dei funzionari, oggi troppo pochi e con troppe e diverse responsabilità”.

“Bisogna lavorare sulla prevenzione – dice Masini – anche a fronte di problematiche crescenti come la gestione dello stress negli educatori e nel personale delle scuole, dovuto anche alle condizioni di oggettiva difficoltà vissute negli ultimi anni, e che non può e non deve sfociare in circostanze che danneggino in alcun modo i bambini: per loro servono strutture e momenti di ascolto, a beneficio loro e a tutela dell’intera comunità scolastica”.


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Un commento su “Maltrattamenti a scuola, maestra e direttrice agli arresti domiciliari

  1. i frequenti casi di MALTRATTAMENTI DI BAMBINI A SCUOLA impone, ancora una volta, la scelta coraggiosa da parte degli amministratori di valutare la salute mentale per l’idoneità a determinate professioni. Una di queste è quella dei maestri e dei professori italiani. La “sana e robusta costuituziione”, in Italia indispensabile a svolgere attività di educatore o altro è oramai superata dai tempi. Pertanto bisogna avere il coraggio di chiedere di sottoporsi alla valutazione (da cui poi l’idoneità o meno) della salute mentale tramite visite specifiche e test psicologici con risultati numerici indicanti quanto una persona è lontana dalla media (come quelli presenti ad esempio nel recente “Il manuale pratico del benessere” delle edizioni Ipertesto).

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