Metro C, sul taglio dei fondi possibile apertura. Giorgetti: “Manca la progettazione definitiva”

La replica del sindaco Gualtieri: "Non si può separare la progettazione dall’esecuzione. Così ritardiamo dieci anni e aumentiamo i costi"

La battaglia per la linea C della metropolitana di Roma continua, e il destino di una delle opere più attese della capitale rimane appeso a un filo. Il taglio di 425 milioni di euro previsto dalla bozza di legge di bilancio ha scatenato un’ondata di indignazione tra cittadini, istituzioni e politici.

La posta in gioco è alta: senza questi fondi, il progetto rischia di fermarsi, compromettendo l’intera tratta T1 Clodio-Farnesina e lasciando incompiuta un’opera chiave per la mobilità romana.

Tuttavia, tra proteste e negoziati, sembra aprirsi uno spiraglio: il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha dichiarato che una soluzione potrebbe essere possibile, sebbene entro i limiti di rigide regole di bilancio.

La voce del ministro Giorgetti:

Giancarlo Giorgetti ha preso posizione su una questione che sta diventando sempre più calda. In un’audizione davanti alle commissioni Bilancio, il ministro ha spiegato che:  “Nel caso della Metro C di Roma, per quello che so, siamo in una fase in cui manca la progettazione definitiva e temo che non si possa fare in 20 giorni.

Però l’opera è meritoria e vediamo di trovare il modo, in base alle regole contabili perché gli stanziamenti vegano fatti ma non si bruci spazio fiscale di bilancio. E questo vale per tutte le opere di tutte le amministrazioni”. ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

La logica che sta dietro le nuove regole, che piacciano o non piacciano, a me alcune sembrano assurde, è che bisogna stanziare delle spese quando si è sicuri che possano essere fatte altrimenti quello spazio fiscale viene sostanzialmente bruciato” prosegue il ministro.

Aiutate il ministro dell’economia a fare bella figura, a vincere il Nobel dell’austero a Bruxelles, perché diventano economie di bilancio. Quando le amministrazioni chiedono degli stanziamenti mi devono dimostrare concretamente che hanno il progetto esecutivo, che sono in grado di spendere nel 2025, nel ’26 oppure nel ’27. Il ministro dell’Economia mette esattamente le cifre che servono”.

Parla il sindaco Gualtieri: 

Alle parole del ministro Giorgetti ha replicato il sindaco Gualtieri. “Voglio accogliere positivamente la valutazione dell’opera come meritevole e l’impegno a organizzare l’articolazione del finanziamento in modo da consentire la sua realizzazione in modo coerente con il pieno uso dello spazio fiscale disponibile.

Tengo però a precisare che nel caso della tratta T1 della metro C la possibilità, a cui il ministro ha fatto riferimento, di separare il finanziamento della progettazione definitiva da quello della realizzazione, recentemente introdotta nell’ordinamento con il comma 70 dell’art. 1 della legge 213/2023, non è applicabile perché il contratto della metro C prevede l’opzione contrattuale di affidamento integrato di progettazione e realizzazione della tratta T1 al Contraente Generale”.

Dunque, “l’alternativa di una separazione tra progettazione definitiva ed esecuzione, che il taglio attuale renderebbe obbligata, è inattuabile perché non solo costringerebbe a fare una nuova gara per la T1 aumentando i tempi, ma determinerebbe anche l’aumento di 50 milioni dei costi della tratta T2 perché costringerebbe a realizzare il capolinea a Mazzini/Clodio, che a sua volta comporterebbe notevoli disagi in quel quadrante”.

Infine – conclude il sindaco – prima di fare il nuovo appalto per la T1 bisognerebbe attendere il collaudo della tratta T2, il che significherebbe uno slittamento di quasi dieci anni nella realizzazione della T1. La T1 è già molto avanti avendo già realizzato il PFTE, la VIA e l’affidamento.

La progettazione definitiva sarebbe di rapida esecuzione e consentirebbe di realizzare in parallelo le due tratte T1 e T2 con un notevole risparmio di tempi e costi.

Siamo comunque pronti a un confronto tecnico per ripristinare il finanziamento dell’opera e definire il profilo temporale della sua articolazione interna più idoneo a consentire di completare la metro C il piú rapidamente possibile e a conseguire l’obiettivo indicato dal Ministro di utilizzare pienamente lo spazio fiscale disponibile.

Obiettivo che verrebbe invece vanificato proprio dal taglio attuale del 50% della T1, che bloccando l’opera congelerebbe i restanti 400 milioni di risorse stanziate”.

In arrivo una soluzione? la proposta di rimodulazione dei fondi fino al 2035

Nell’incertezza, il governo sta valutando l’idea di una “rimodulazione” dei fondi, spalmando la spesa per la linea C su più anni: in altre parole, i finanziamenti potrebbero essere parzialmente recuperati posticipando le somme mancanti agli anni 2033-2035.

Sebbene questa ipotesi permetterebbe di non compromettere l’intero progetto, le risposte definitive arriveranno solo a dicembre, quando la commissione Bilancio discuterà gli emendamenti alla Camera.

Il tema del taglio dei fondi ha intanto mobilitato l’intero panorama politico romano:

Carlo Calenda, leader di Azione, ha espresso pubblicamente la propria scontentezza, affermando: “Da una presidente del Consiglio romana ci saremmo aspettati almeno un minimo di attenzione per la propria città”, ha spiegato il segretario di Azione, Carlo Calenda.

Anche Forza Italia ha chiesto il ripristino delle risorse con il consigliere comunale Francesco Carpano. “Il traffico ha fatto diventare la città invivibile, ormai da anni — ha detto — Fare le metropolitane serve a ridurre le auto in circolazione, far respirare Roma e migliorare l’accessibilità. È importante trovare una soluzione”.

Il futuro della linea C: un nodo da sciogliere tra politica e conti pubblici

Il destino della linea C della metro di Roma rappresenta una questione simbolica per la capitale: è il segnale di un’eterna lotta tra la volontà di modernizzare la città e le ristrettezze imposte dai conti pubblici.

La storia di questo progetto è costellata di ritardi, modifiche e riorganizzazioni, e il taglio dei fondi, annunciato senza alcun preavviso, ha provocato una reazione collettiva che non può più essere ignorata.

I cittadini romani, abituati a dover contare quasi esclusivamente su autobus e tram spesso in ritardo, vedono nella linea C non solo una soluzione pratica ma anche una promessa per il futuro: un’opera capace di rendere la capitale finalmente all’altezza delle altre città europee in termini di trasporti.

Tuttavia, la realtà è che ogni passo verso il completamento della metro deve essere calibrato al millimetro, tra bilancio, regolamenti e pressioni politiche.

Sarà quindi determinante osservare cosa accadrà nelle prossime settimane, quando le istituzioni decideranno se riportare in auge un’opera a rischio di cadere in un’altra lunga attesa.

La speranza della popolazione è che le promesse diventino azioni concrete, affinché Roma possa finalmente iniziare a rispondere a un bisogno di mobilità moderna e sostenibile, senza perdere, ancora una volta, l’occasione di trasformarsi in una capitale europea davvero all’avanguardia.


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