Metro C, tagli e polemiche: respinti gli emendamenti per salvare i fondi

Sono stati bocciati i quattro emendamenti presentati a firma Andrea Casu e Roberto Morassut

Roma vede, ancora una volta, il sogno della linea C della metropolitana sfumare, sospeso tra promesse disattese e tagli finanziari.

Dopo la decisione del governo di tagliare 425 milioni di euro destinati alla linea C, si è accesa una battaglia politica senza esclusione di colpi per salvare l’opera più discussa e attesa degli ultimi decenni.

Nella seduta di ieri, mercoledì 6 novembre, tenutasi presso la commissione Trasporti della Camera, la maggioranza ha respinto una serie di emendamenti presentati dai deputati Andrea Casu e Roberto Morassut del Partito Democratico.

Gli emendamenti avevano un solo obiettivo: ripristinare i fondi necessari per la costruzione del tratto T1 della linea C, previsto tra Farnesina e piazzale Clodio, che richiede un investimento totale di 890 milioni di euro. Con il taglio approvato, però, i fondi disponibili sono stati ridotti a meno della metà, mettendo seriamente a rischio l’intero progetto.

Un progetto nel limbo: i fondi non bastano

La linea C della metropolitana romana rappresenta circa il 10% del sistema di trasporto pubblico della Capitale. Tuttavia, l’iter di realizzazione del progetto sembra una corsa ad ostacoli: ritardi, cambi di programma, e, ora, la drastica riduzione di fondi.

Senza i 425 milioni necessari, anche l’apertura dei cantieri per il tratto T1 diventa un miraggio, e con essa la speranza dei romani di una rete di trasporto più efficiente e moderna.

L’importanza della linea C non è solo pratica, ma anche simbolica: per Roma, si tratta di un progetto atteso da due decenni, che segnerebbe una vera svolta nella mobilità cittadina, riducendo il traffico e migliorando la qualità dell’aria.

L’eliminazione di una quota così consistente dei finanziamenti mette ora in dubbio il futuro di un’opera da lungo tempo promessa e mai completata.

Non sono mancate alcune dichiarazioni politiche:

Sulla vicenda è intervenuto a gamba tesa il governatore del Lazio, Francesco Rocca. A margine di un convegno organizzato dalla Cisl, il numero uno della Pisana ha ribadito l’importanza della linea C “ma dal mio punto di vista – ha detto alla Dire – io dico che a me servono i soldi per la Roma-Latina.

I nostri stanno monitorando con attenzione la legge di bilancio. Ma la politica seria è quella che guarda a ciò che si può fare. Non al libro dei sogni”. Una sorta di bocciatura nei confronti del completamento della terza linea di Roma.

Nelle ultime ore, anche  i consiglieri della Lega, Fabrizio Santori e Maurizio Politi, si sono espressi, sottolineando che: “ i 2 miliardi di euro già sbloccati grazie all’impegno del ministro Salvini che sta lavorando per rimediare ai mancati investimenti per il trasporto pubblico locale e chiudere una stagione di mal governo e immobilismo.

Siamo determinati ad andare avanti ed è per questo motivo che si sta effettuando un lavoro di razionalizzazione delle misure presenti in Legge di Bilancio per far sì che il completamento della terza linea della metropolitana romana possa procedere spedito come da cronoprogramma” hanno detto in una nota.

Anche Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, ha detto che “Roma va tutelata”.

Il prossimo passo: la commissione bilancio e l’aula

Con la bocciatura degli emendamenti, ora l’ultima speranza si sposta sulla commissione Bilancio, dove le opposizioni hanno fino all’11 novembre per presentare nuove proposte per il recupero dei fondi.

Se anche questa strada dovesse fallire, la discussione finale si terrà in aula, un terreno su cui si potrebbe giocare la partita decisiva.

Per i romani, però, la possibilità che la linea C rimanga incompleta si fa sempre più concreta. La delusione è palpabile, soprattutto tra coloro che speravano che questa fosse la volta buona per veder partire i cantieri definitivi.

Le conseguenze per la Capitale:

L’eventuale mancata realizzazione della linea C, specialmente del tratto da Farnesina a Clodio, lascerebbe scoperta un’area densamente popolata e con una forte domanda di mobilità pubblica.

In termini economici, la mancata costruzione comporterebbe anche una riduzione delle opportunità lavorative legate ai cantieri e alle opere infrastrutturali.

Dall’altra parte, il progetto della Roma-Latina, pur rappresentando un’altra importante priorità infrastrutturale per la regione, non riesce a rispondere allo stesso tipo di necessità.

Una questione che va oltre il locale:

La discussione sulla linea C non riguarda solo Roma, ma il futuro della mobilità e della sostenibilità in Italia. La capacità di rispondere alle esigenze di una Capitale moderna, infatti, rappresenta un simbolo della visione e della pianificazione delle infrastrutture a livello nazionale.

Mentre la città attende con ansia l’esito delle ultime discussioni in Parlamento, l’incertezza resta.

La prossima settimana potrebbe segnare la svolta finale: un recupero in extremis dei fondi o, al contrario, una definitiva battuta d’arresto per un progetto che i romani aspettano da vent’anni.


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