

Riceviamo e pubblichiamo
Il Piano Casa è stato approvato alle 5 del mattino del 31 ottobre 2014 con voto unanime della maggioranza e voto contrario delle opposizioni.
La maratona era iniziata alle 17 del pomeriggio, dopo che, con una clamorosa marcia indietro, l’Assessore Civita aveva ritirato il maxiemendamento presentato il giorno prima tra le proteste delle opposizioni.
Il prezzo è stato – evidentemente – una proroga più lunga del piano casa, fino al gennaio 2017.
Altri due anni di, per dirla come qualcuno, “deregulation del mattone”*
A FUTURA MEMORIA: l’assessore Civita, sempre solerte nel ricordare che nel programma elettorale del Presidente Zingaretti non c’era scritto che sarebbe stato lasciato scadere il Piano Casa (ma non c’era scritto neanche che sarebbe stato prorogato).
Recitava il programma elettorale di Zingaretti: “rivedere la strumentazione introdotta dal Piano Casa e definendo un modello di sviluppo orientato alla trasformazione della città esistente che punti sulla mobilità pubblica e sui servizi alla persona” e ancora “bisognerà intervenire con nuove norme certe sulle disposizioni transitorie, in scadenza, contenute nel Piano Casa. Servono, a regime, regole che garantiscano la sostenibilità urbanistica degli interventi di trasformazione diretta e che restituiscano ai Comuni il governo del loro territorio, semplificando e rendendo più trasparenti le procedure…“ Sicuramente il Piano Casa Zingaretti ha reso più semplici le procedure, per i privati, ma, e lo affermiamo con forza davanti a chiunque, non ha affatto restituito ai Comuni il governo del territorio, anzi, ha confermato lo “scippo” operato dal Piano Polverini delle prerogative decisionali delle istituzioni locali nella pianificazione delle trasformazioni urbanistiche.
Devo ammettere che sono pentita di essermi imbarcata in questa vicenda del Piano casa. Avrei preferito non sapere. Non vedere. Continuare a pensare che chi governa la Regione si impegna per l’interesse pubblico e per un rilancio dell’economia rispettosa dell’ambiente e dei diritti delle persone. Invece vedere tutte quelle braccia alzate per permettere ai proprietari di cliniche, magari ancora perfettamente funzionanti, di trasformarle in appartamenti, o per allungare ancora i tempi di una legge che doveva durare al massimo 18 mesi – e che dura da 5 anni – per altri due anni, vedere che non si ribella nessuno neppure sull’abbassamento dell’altezza media – ripetiamo – media , dei sottotetti, che in altre regioni è ben sopra i due metri, e che persino la Polverini non aveva avuto il coraggio di abbassare oltre, per raggiungere il record di 1,90 mt, è un’immagine che mi resterà impressa a lungo. Spero che almeno raccontare quello che è successo sia servito a qualcosa. Da domani cominceremo a lavorare con Cittadinanzattiva Lazio per trovare strade legali per fermare le conseguenze più deleterie.
Stanotte finisce qui.
ERRATA CORRIGE: nel primo comunicato diramato abbiamo attribuito al programma elettorale di Zingaretti una frase in realtà contenuta nel programma Cinquestelle. Ce ne scusiamo con gli interessati.
In ogni caso invitiamo alla lettura del programma per l’urbanistica del Presidente Zingaretti, che contiene molte affermazioni che restano, a nostro avviso, ugualmente smentite dagli ultimi sviluppi del Piano Casa: (dal programma elettorale di Zingaretti) “rivedere la strumentazione introdotta dal Piano Casa e definendo un modello di sviluppo orientato alla trasformazione della città esistente che punti sulla mobilità pubblica e sui servizi alla persona” e ancora “bisognerà intervenire con nuove norme certe sulle disposizioni transitorie, in scadenza,contenute nel Piano Casa.Servono, a regime, regole che garantiscano la sostenibilità urbanistica degli interventi di trasformazione diretta e che restituiscano ai Comuni il governo del loro territorio, semplificando e rendendo più trasparenti le procedure….” Sicuramente il Piano Casa Zingaretti ha reso più semplici le procedure, per i privati, ma, e lo affermiamo con forza davanti a chiunque, non ha affatto restituito ai comuni il governo del territorio, anzi, ha confermato lo “scippo” operato dal Piano Polverini delle prerogative decisionali delle istituzioni locali nella pianificazione delle trasformazioni urbanistiche…
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La redazione