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La Regione Lazio mette da parte i vecchi metodi che sembrano non bastare più. Così, sulla scorta di quanto stabilito al Pnrr, il Lazio ha approvato il nuovo Piano di programmazione dell’assistenza territoriale 2024-2026, con il rafforzamento delle cure palliative (ambulatoriali, domiciliari, residenziali e semiresidenziali) per le disabilità, la terza età, la salute mentale dei minori e degli adulti, la popolazione penitenziaria e i disturbi dello spettro autistico, della nutrizione e dell’alimentazione.
Il Piano di Programmazione approvato va dunque a rafforzare i servizi sanitari regionali in ogni distretto delle Aziende sanitarie locali, completando le misure previste dal decreto ministeriale 77 del 2022 “Modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale”.
Una rete assistenziale, quella pianificata dal presidente Francesco Rocca insieme con il direttore della Direzione Salute e Integrazione sociosanitaria Andrea Urbani, che mappa i bisogni delle cure, dopo un’attenta analisi epidemiologica, rispondendo con maggiore incisività alle esigenze sanitarie dei cittadini, grazie alla piena attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, a partire dalle reti, dai nuovi modelli organizzativi e dalle strutture di prossimità (59 Centrali operative territoriali, 35 Ospedali di comunità e 131 Case di Comunità), insieme con le grandi apparecchiature, le nuove tecnologie, le innovazioni digitali e la telemedicina, volte anche al potenziamento dell’assistenza domiciliare.
Negli ultimi dieci anni si è registrata una crescita della popolazione maggiore ai 65 anni, passata dal 20,4% al 23,1%, con l’incremento di patologie croniche e molto spesso coesistenti tra loro.
Per questo, il provvedimento verte su una maggiore attenzione della terza età e predispone nuove misure essenziali e innovative a livello tecnologico a favore dell’assistenza territoriale.
Nel dettaglio: