

Dati alla mano, frecciate all’opposizione e un chiaro messaggio ai medici di base. Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, ha tracciato il bilancio dei primi due anni di governo, con un focus sulla sanità, settore che ha deciso di gestire direttamente. “Non ce l’ho con i medici di base, ma l’organizzazione non funziona e i numeri dei pronto soccorso lo dimostrano”, ha sottolineato, replicando alle polemiche degli ultimi giorni.
Sul nodo delle liste d’attesa, Rocca ha rivendicato i passi avanti: “Abbiamo obbligato i privati accreditati a integrare 4,8 milioni di prestazioni nel Recup, sospendendo 17 strutture che non si sono adeguate”. Il risultato? Il 95,7% delle visite prenotate dal 1° gennaio 2025 è stato fissato nei tempi previsti dalla legge. La percentuale sale al 96,5% per le prestazioni più urgenti.
Ma il dato più forte è il crollo dei tempi medi di attesa: da 31 giorni nel 2023 a 9 giorni nel 2025, un taglio del 70%. “Non posso ancora dirmi soddisfatto – ha ammesso Rocca – quel 5% di prestazioni fuori soglia è il mio cruccio, perché ogni mancata visita è una tragedia”.
Per monitorare la situazione, la Regione ha lanciato un “cruscotto” a disposizione dei direttori sanitari per controllare in tempo reale il rispetto delle priorità. Sul personale, sono state sbloccate 14mila assunzioni, con 4.581 nuovi ingressi già effettuati.
L’altro fronte caldo è quello dei pronto soccorso. Nel 2024, gli accessi sono aumentati del 10,2%, con 1,7 milioni di persone curate. Il tempo medio di attesa per il ricovero è sceso del 7,5%, con picchi virtuosi negli ospedali di Colleferro (-74%) e Tivoli (-58%).
Ma il dato più preoccupante riguarda gli accessi impropri: oltre 680mila tra codici bianchi e verdi, spesso senza necessità di esami diagnostici. “Questi pazienti sarebbero di competenza della medicina territoriale, che non funziona più”, ha attaccato Rocca, tornando a puntare il dito contro i medici di base.
Il governatore non ha risparmiato critiche alla precedente amministrazione: “Abbiamo trovato un disavanzo di oltre 700 milioni per il 2023, ma con un lavoro di pulizia nei conti siamo riusciti a ridurlo di quasi mezzo miliardo. Abbiamo chiuso il 2023 con 32 milioni di utile e il 2024 con 40 milioni”.
Rocca ha poi annunciato l’invio di una lettera ai ministeri dell’Economia e della Salute per chiedere l’uscita del Lazio dal piano di rientro sanitario avviato nel 2007. “Questo ci permetterà di abbassare le tasse per i redditi più bassi dal 2027”.
Le reazioni non si sono fatte attendere. L’ex assessore alla Sanità Alessio D’Amato (Pd) ha accusato Rocca di “una narrazione lontana dalla realtà”. Ancora più critico Massimiliano Valeriani, consigliere dem: “In due anni, solo annunci e occhiolini alla sanità privata. Intanto, sempre più cittadini vedono negato il diritto alle cure”.
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