Sinistra Italiana X Municipio: Stabilimento La Casetta. Stop a facili ricostruzioni “assolutorie” dei concessionari balneari

Possanzini: "Abbiamo il dovere di dire la verità ai cittadini"
“Sono state rese pubbliche – informa in una nota Marco Possanzini, Segretario Sinistra Italiana X Municipio – le motivazioni della sentenza di assoluzione dei concessionari dello Stabilimento “La Casetta” dall’accusa di abuso edilizio. E’ stato inoltre disposto “il dissequestro e la restituzione all’avente diritto di quanto in sequestro”. Ecco il primo intoppo. L’avente diritto, in questo caso, non è il Concessionario come frettolosamente e semplicisticamente riportato da alcune fonti stampa. L’avente diritto per definizione è il Demanio Marittimo in quanto i beni incamerati non possono essere restituiti ad altri soggetti. Solamente i beni non incamerati tornano al Concessionario, ovviamente nel caso in cui la Concessione sia ancora in essere. La Concessione de “La Casetta”, già scaduta il 31 dicembre 2015, non è stata rinnovata ed il ricorso presentato a riguardo venne respinto con sentenza n. 05573/2017 del TAR del Lazio. A riprova di ciò nell’”Albo della Concessioni Demaniali Marittime per Finalità Turistico Ricreative”, pubblicato dalla Regione Lazio nel 2019, la Concessione de La Casetta (la numero 122 del 1992) risulta “scaduta”. Quindi, a Concessione scaduta, tutti i manufatti dovranno essere incamerati dal Demanio, altro che restituzione ai Concessionari.”
“C’è poi il tema – prosegue Possanzini – degli atti vandalici subiti dalla struttura. E’ stato nominato un custode del bene pubblico sequestrato durante l’iter processuale? Se è stato nominato, perché non ha custodito il bene assegnato? Se non è stato nominato, chi è il responsabile di questa svista? Di questo dovremmo discutere e non del presunto torto subito dal Concessionario. Sull’estensione delle concessioni demaniali fino al 2033 invitiamo ad approfondire meglio le normative prima di parlare di automatismi definiti da leggi nazionali. L’Avvocatura Capitolina si è già espressa formalmente escludendo la possibilità di prorogare le concessioni fino al 2033 in quanto tale provvedimento viola palesemente la normativa Europea la quale prevede che una norma nazionale venga disapplicata in caso di conflitto con la normativa Europea stessa. E’ questo il motivo per cui, nonostante due leggi nazionali a riguardo, ancora non c’è luce in fondo al tunnel. Saranno i TAR Regionali a segnare il passo, grazie ai ricorsi che verranno presentati, anche su questo argomento. Sull’accusa caduta di abuso edilizio andrebbe aperta una riflessione. Apparentemente siamo davanti ad una “trionfalistica” sanatoria morale dei concessionari, tutti, anche quelli non coinvolti direttamente negli iter giudiziari. Ma guardando le cose più da vicino e leggendo con attenzione le motivazioni delle sentenze, appare evidente che le accuse cadono spesso davanti ad inadempienze del Comune di Roma o del Municipio X. Iter amministrativi imperfetti, autorizzazioni indebite, richieste di condono mai respinte, documenti contenenti, errori e quant’altro. Tutti atti che impediscono di fatto di accertare con certezza le responsabilità e quindi la conseguenza, l’unica conseguenza possibile, è l’assoluzione del concessionario, che poi diventa dei concessionari, perché il fatto non sussiste. Nel pantano politico-burocratico affoga tutto, come in una immensa colata di cemento, responsabilità comprese. Il copione è sempre lo stesso e alla fine della storia, nei titoli di coda, c’è sempre l’assoluzione morale dei concessionari che oltre ad essere legittimati nel loro operato passano anche per vittime. Non dimentichiamo mai cosa accadde il 16 Ottobre del 2014. Un incendio doloso, appiccato nell’Unità Operativa Ambiente Litorale del Municipio X, ha mandato in fumo tutti i faldoni con le pratiche e le documentazioni storiche delle Concessioni. Dal 16 Ottobre 2014, guarda caso, accertare un qualsiasi abuso in una Concessione Demaniale Marittima è praticamente quasi impossibile. Con le “carte” andate in fumo, è difficile giocare una partita. L’equivoco su cui spesso si gioca è semplice.”
“La magistratura – conclude la nota – può fare solamente accertamenti di carattere giudiziale, quindi senza la certezza giudiziaria, fuori da ogni ragionevole dubbio, non si può formulare una condanna. E’ illusorio pensare che il mare di Roma possa essere “sanato”, “bonificato” dalle illegalità, solamente grazie alle Toghe. Ci vogliono anche coraggiose scelte politiche che ad oggi, nonostante l’Amministrazione del cambiamento, non ci sono”.

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