Tranvia Termini Vaticano Aurelio: Gualtieri accelera il cronoprogramma

Lo ha messo nero su bianco il sindaco Roberto Gualtieri, in veste di commissario straordinario per il Giubileo 2025, con un’ordinanza firmata il 1° settembre

Il tempo stringe. Roma ha poco più di un anno per chiudere alcuni cantieri strategici, perché a fine 2026 dovrà aprirsi quello più discusso e atteso: la tranvia Termini Vaticano Aurelio (TVA). Un’opera che, tra promesse, stop e ripartenze, si è trasformata in un banco di prova per il futuro della mobilità capitolina.

Lo ha messo nero su bianco il sindaco Roberto Gualtieri, in veste di commissario straordinario per il Giubileo 2025, con un’ordinanza firmata il 1° settembre.

Il documento accelera i tempi del parcheggio interrato di largo Gino Capponi, ma al tempo stesso impone una scadenza cruciale: entro l’ultimo trimestre del 2026, i lavori della TVA dovranno partire.

Un’opera divisa in due fasi

Il tracciato complessivo misura 11,5 chilometri ed è stato spezzato in due fasi. La prima, da Porta Cavalleggeri a Giureconsulti, finanziata con 120 milioni di euro di fondi europei.

La seconda, quella più delicata, porterà i tram da piazza Risorgimento fino alla stazione Termini, con un investimento stimato di 150 milioni di euro e il possibile passaggio lungo via Nazionale, ancora oggetto di dibattito.

Per rispettare i tempi del Pnrr, il Campidoglio ha dovuto rivedere gli obiettivi: non più solo chilometri di binari, ma anche l’acquisto di 10 nuovi tram entro giugno 2026. Intanto, entro la fine dell’anno, partirà il complesso spostamento dei sottoservizi – cavi elettrici, gas, telefono – lungo la prima tratta.

Il nodo largo Capponi

Qui si innesta la questione del parcheggio interrato da 140 posti a pochi passi da piazza Risorgimento. La sua costruzione rischiava di sovrapporsi ai cantieri della tranvia.

Per questo il solaio che chiuderà il parcheggio sarà progettato per sopportare anche il peso del tram, e soprattutto dovrà essere completato prima che la TVA cominci a scavare il suo corridoio di binari.

Un progetto tra speranze e incertezze

La TVA resta un’opera divisiva: osteggiata da chi teme nuovi disagi e trasformazioni urbane, attesa invece da chi vede in essa la svolta per collegare Termini, San Pietro e Aurelio con un’infrastruttura moderna e sostenibile.

Se il cronoprogramma verrà rispettato, dalla fine del 2026 Roma potrebbe vedere aprirsi i cantieri del secondo tratto, quello più atteso e simbolico.

Ma il condizionale resta d’obbligo: resta da sciogliere il nodo di via Nazionale, vero spartiacque tra il “sogno tranvia” e l’ennesima incompiuta capitolina.


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