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Il 26 ottobre, alle ore 11, nella Sala del consiglio del VI Municipio (piazza della Marranella), verrà proiettato, un documentario dedicato alla vita e alle lotte di una figura mitica del movimento romano per la casa: Aldo Tozzetti.
Il film è stato prodotto dall’Assessorato alla cultura e dal Consigliere Delegato alla memoria storica del Municipio Roma 6, in occasione del 10° anniversario della scomparsa del fondatore del Sunia (Sindacato Inquilini), consigliere comunale in Campidoglio e successivamente deputato del PCI dal 1976 al 1983.
A realizzare materialmente il film sono stati due giovani cineasti: Simone Bucci e Roberto Pietrucci, i quali si sono basati su materiale d’archivio – forniti dall’Associazione culturale Aldo Tozzetti ma anche dall’Archivio fotografico del Movimento operaio e democratico – e su interviste a vari protagonisti e collaboratori di Aldo Tozzetti negli anni che vanno dal 1956 al 1976: Rodolfo Carpaneto, don Roberto Sardelli, la vedova Marisa Poverini Tozzetti, Ubaldo Procopio, Vincenzo Luciani, Francesco Sirleto e altri.
Importante anche la testimonianza di Senio Gerindi che, pur non apparendo nel film, ha fornito notizie e materiali utilissimi per conoscere alcuni momenti della vita e della personalità di Aldo Tozzetti. Ciò che però ci sembra particolarmente suggestivo è rappresentato dalla ricostruzione, anche mediante immagini inedite, delle molte vite di baraccati dei numerosi borghetti presenti a Roma in quegli anni.
Il nome di Aldo Tozzetti è legato infatti alle grandi lotte da lui organizzate per l’eliminazione delle migliaia e migliaia di baracche diffuse in tutta la città: Borghetto latino, Borghetto prenestino, Acquedotto Felice, Cessati Spiriti, Fosso di Sant’Agnese, la Borraccia, ecc. Un universo che, a livello scientifico, fu studiato da un grande sociologo come Franco Ferrarotti, autore di un celebre libro sull’argomento “Roma, da capitale a periferia” (1970).
Il film ci aiuta a comprendere un periodo, della storia della capitale e della parte più povera dei suoi abitanti (i meridionali immigrati e occupati, in massima parte, nell’edilizia), che rappresentò una svolta nello sviluppo urbanistico ed edilizio della città. Fu in virtù di quelle lotte, infatti, che si pose termine all’enorme speculazione edilizia che, a partire dal dopoguerra e fino a tutti gli anni sessanta, aveva sconvolto il volto della città e creato una enorme e informe periferia.
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