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Unione Europea, batti un colpo

Ho avuto negli ultimi giorni una serie di colloqui con colleghi europei (estoni, tedeschi, danesi, austriaci, finlandesi, olandesi) anche in merito alla situazione europea, resa ancora più critica dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Tutti, con argomenti pur diversi, sono sconcertati sulla inconsistenza della proposta politica del nostro continente, quando invece si constata insieme che, dal punto di vista scientifico e tecnologico, non siamo secondi a nessuno.
La scienza non cerca la primogenitura e tutto ciò che fa, deve essere messo a disposizione di tutti e questi vasi comunicanti nel flusso della conoscenza la rendono più efficace al progresso di tutti.

Ue bandiere

Ma perché, ci si chiede, questa norma di comportamento non tocca minimamente la politica internazionale? Perché la nostra vecchia Europa non trova ancora la “massa critica” per generare criteri, regole, prassi, che aiutino i grandi giochi di potere a trasformarsi in architetture per la giustizia, la pace, il benessere del mondo?
Invece l’Europa sta morendo!
Tutti, quando ci vediamo in convegni, consultiamo la stampa internazionale ed ascoltiamo le emittenti televisive e radiofoniche, col vantaggio di avere accanto il collega che traduce tutto in inglese.
Gli ucraini ed i russi parlano solo di se stessi e di Biden, gli altri si interrogano su quale sarà la prossima mossa di Washington e della Nato!
Nessuno che dia spazio a Bruxelles, alla Ursula, alla UE!
Povera Europa, che non riesce ad alzare la testa e a dire la sua!

Ma cosa dovrebbe dire la UE?

Per esempio che:
1. La Nato non ha più motivo di essere soggetto delle vicende politiche, perché non esiste più’ la motivazione della sua esistenza: non ci sono più e non ci devono essere in futuro blocchi contrapposti. Perciò, perché allargare la Nato, perché riconoscere che solo un’ Alleanza militare da’ sicurezza e non una forte soluzione politica?
2. L’ Europa, anche dopo Yalta, ha cercato di tenere lontane fisicamente le due superpotenze nucleari, creando una “frontiera” tra Urss e Usa, realizzando cosi’ un margine di sicurezza anche per sé. Adesso invece che facciamo? Permettiamo la fine della Yugoslavia, frantumandola e chiudendo un esperimento di convivenza tra popoli slavi interessantissimo ed unico. Ora stiamo partecipando passivamente (dal punto di vista politico) alla cancellazione dell’Ucraina (“frontiera”), massimizzando il rischio di scontro diretto (1/r quadro?). Inoltre vogliamo allargare la Nato a Finlandia e Svezia?
3. Usa ha intrinsecamente una situazione di sicurezza, garantita dai due Oceani che la circondano. Fa del tutto per ridurre l’Europa a variabile dipendente delle sue strategie verso Russia e anche Cina (indirettamente) e impone la sua visione predominante sulla Nato. E noi Ue siamo afoni, non parliamo e non siamo in grado di proporre nessuna inversione di tendenza.

I miei amici europei continuano a fare scienza e a tentennare la testa, scettici sull’analfabetismo politico dei nostri Premiers.
Io mi permetto di augurare a Mario Draghi un buon viaggio a Washington, dove arriverà tra qualche ora.
Alzi la testa, tracci con coraggio a Biden uno scenario più innovativo e affidabile, più giusto, con un’Europa più protagonista.
Credo che anche cosi’ si possa arrivare presto alla pace sul Dniepr.


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