Aumento di casi Covid nel Lazio: allarme tra i medici di famiglia

"Ripristinare misure di protezione e monitoraggi"

Un nuovo aumento di casi Covid-19 nel Lazio, con “da 1 a 3 casi per medico al giorno”, ha scatenato l’allarme tra i medici di famiglia di Roma e del Lazio. I medici sottolineano che la “diffusione non è monitorata dai dati nazionali, poiché il sistema di rilevamento dei tamponi è stato notevolmente ridotto” e che quindi i dati ministeriali sono “fortemente sottostimati”.

L’allarme è stato lanciato dalla Federazione Nazionale Medici di Medicina Generale (Fimmg), alla luce dei “dati della rete Fimmg Roma nella regione Lazio, dove i numeri del Covid stanno risalendo in modo significativo, con rischi concreti per gli anziani e i soggetti fragili”.

La federazione ha inviato un alert ai medici di famiglia con le misure da intraprendere, tra cui il reintroduzione di misure di protezione come mascherine e distanziamento negli studi medici, fornendo anche le linee guida su come approcciare i pazienti e le informazioni sui comportamenti da adottare per evitare contagi tra le persone più vulnerabili.

L’incidenza nel Lazio è attualmente di 18 casi ogni 100.000 abitanti, con un tasso di reinfezione del 48%.

Il sistema nazionale ha rilevato 1.007 casi nel Lazio, mentre in Italia sono 5.548, numeri che, seppur indicativi, sono ben lontani dalla realtà osservata dai medici di famiglia. Tra il 27 giugno e il 4 luglio, infatti, erano stati registrati 813 nuovi casi positivi.

La patologia influenzale ha lasciato spazio al ritorno significativo della malattia Covid, che ha circolato per tutto l’inverno e poi in maniera silente nei mesi successivi”, ha dichiarato Maria Corongiu, infettivologa e presidente della Fimmg Roma. “Attendiamo di conoscere quale variante stia circolando in Italia, dopo che la variante KP.3 negli Stati Uniti ha già preso il sopravvento”, ha aggiunto l’esperta.

Il problema principale – ha precisato – è che sono state smantellate tutte le misure di prevenzione e controllo, il monitoraggio dei tamponi è stato interrotto e quindi il rischio di contagio per gli anziani e le persone fragili è molto alto. Non da ultimo”, tra i fattori preoccupanti, Corongiu evidenzia “la caduta dell’obbligo delle protezioni individuali negli ospedali dal 30 giugno”.

È importante sottolineare – ha rimarcato la presidente Fimmg Roma – che i dati ufficiali sono carenti in quanto molti cittadini effettuano il test autonomamente, non sempre dichiarano al medico la presenza della malattia e quindi una quota considerevole di infezioni non viene rilevata neanche dai medici di famiglia”.


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