

Martedi 15 luglio 2014 lo sgombero. La protesta degli occupanti
Martedi 15 luglio 2014 è stato sgombrato il Cine Teatro Volturno, “uno spazio – secondo gli occupanti – dedito alla cultura indipendente e costruito al fine di diffondere un modello di socialità e di produzione culturale contrarie alle logiche del profitto e di mercato”. La Digos, assieme ad una decina di operai, hanno fatto irruzione nella struttura e nell’arco di un’ora hanno distrutto tutto rendendo inagibile il Volturno. La sala teatro, le pareti con i murales, le attrezzature sono state completamente rase al suolo.
Lo spazio fu occupato 6 anni fa, quando studenti, precari, militanti e artisti decisero di riaprire questo edificio storico liberandolo dallo stato di abbandono. Giovedi 17 luglio, nelle zone adiacenti allo spazio del Volturno Occupato, si sono radunati i movimenti sociali per manifestare il loro dissenso riguardo lo sgombero della struttura. Il corteo è partito da piazza Indipendenza alle ore 18, per poi proseguire verso Castro Pretorio ed arrivare in tarda serata in via Ostiense.
Queste le parole rilasciate da parte di uno degli esponenti del movimento ad AbitareaRoma.net: “Il Volturno rappresentava un punto di riferimento per gli artisti e per il diritto ad abitare. E’ uno spazio importante al centro di Roma. E’ uno spazio sociale dove in questi anni hanno abitato diverse persone e famiglie, ed è un simbolo che ha lottato contro gli interessi e la speculazione dei privati. Questo corteo manifesta il diritto alla città affinché i servizi pubblici non vengano tagliati.
La mattina del 15 luglio un blitz della polizia ha fatto entrare gli operai, che hanno smantellato tutto il lavoro di questi anni. Già 2 anni fa c’era stato un tentativo di sgombero, ma i movimenti sociali hanno ripreso la struttura, ora è stata consegnata ai privati per costruirci un Bingo, dove si specula sulle poche economie in possesso delle persone.
Il Volturno è inserito nella lista delle occupazioni sotto sgombero sia sociali che abitative come il teatro Valle. Ciò che è successo martedi è un chiaro segnale ai movimenti di voler privatizzare la città. Oggi come mai dobbiamo difendere lo spazio sociale e ricostruire esperienze basate sull’alleanza sociale e affermare un modello di città contro i provvedimenti Salva Roma, che hanno reso la vita invivibile e soprattutto hanno privatizzato i servizi pubblici’’.
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