Eur, il rilancio dello sport: progetto per un maxi palazzetto polivalente al posto del velodromo

Nell'area che ospitava l'ex Velodromo olimpico proposta la realizzazione di un impianto per l'atletica e il ciclismo indoor

Era il 2008 quando il vecchio velodromo olimpico dell’Eur venne fatto implodere, lasciando dietro di sé un enorme vuoto urbano. Da allora si sono susseguite idee, promesse e progetti mai decollati.

Oggi, però, quella ferita nel cuore dell’Eur potrebbe finalmente trovare una nuova identità: un palazzetto dello sport polivalente capace di portare a Roma discipline finora relegate lontano dalla Capitale.

A rilanciare l’idea è l’architetto Marco Muro Pes, presidente del comitato EurOminSport (E.O.S.), affiancato da nomi di peso come Stefano Mei (Fidal), Cordiano Dagnoni (FCI) e Mariano Salvatore (FISPES).

Il sogno è ambizioso: costruire un impianto coperto unico nel centro-sud Italia, con pista di atletica leggera incastonata in un velodromo da 250 metri omologato per competizioni internazionali.

Un progetto che guarda lontano: tra 5 e 12mila posti a sedere, più del PalaTiziano e meno del PalaEur, con spazi flessibili capaci di ospitare basket, ginnastica, tennis, padel e sport paralimpici indoor.

immagine di repertorio

Un salto di qualità rispetto agli impianti esistenti, che oggi non riescono a garantire né le dimensioni né i requisiti per ospitare grandi eventi.

Non solo sport: il palazzetto occuperebbe circa 13mila metri quadrati su 66mila disponibili, lasciando la maggior parte dell’area a verde pubblico e salvaguardando le alberature storiche.

Un polmone verde, dunque, attorno a una nuova cattedrale dello sport. E con i collegamenti già presenti – metro, Roma-Lido, sei linee bus e ciclabili – la struttura nascerebbe in una posizione strategica.

La proposta ha già catturato l’attenzione delle istituzioni. “Colmerebbe una lacuna impiantistica enorme e riporterebbe Roma nel circuito internazionale – ha dichiarato Nando Bonessio, presidente della commissione sport –. L’Italia oggi è fuori gioco perché gli impianti che abbiamo non sono né a norma né abbastanza capienti”.

Il prossimo passo? La nascita di una Fondazione che unisca comitato promotore e istituzioni, per trasformare l’idea in un piano concreto.

L’obiettivo è chiaro: restituire all’Eur non solo uno spazio per lo sport, ma un luogo di aggregazione e respiro internazionale.


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