I Luoghi dell’assistenza sanitaria e dell’istruzione nella Roma del Seicento, di Alvaro Colombi

Edizioni Cofine ha da poco pubblicato il libro I Luoghi dell’assistenza sanitaria e dell’istruzione nella Roma del Seicento, di Alvaro Colombi (pp. 96 con fotografie dei luoghi oggi, euro 18,00) che non mancherà di interessare i cultori di storie sulla capitale.

Qui di seguito ecco una scheda del libro, una sintetica biobibliografia dell’autore e la Prefazione di Vincenzo Luciani.

IL LIBRO

ColombiOspedali100I Luoghi, con la maiuscola nel titolo del libro, stanno a indicare, i soggetti fondamentali: quelli dove si prestò l’assistenza sanitaria e quelli dove si impartì l’istruzione e si avviò il processo educativo delle nuove generazioni di allora. Sono quelli del Seicento, un secolo prediletto dall’autore che, tramite loro, ricostruisce una mappa della sanità e dell’istruzione dell’epoca, con testi sobri e concisi di un cronista attento e documentato, e foto (tante e belle di Maria Teresa Gallo) che illustrano come sono oggi. Nel libro sono ricordati i protagonisti di storie note (quelle di santi, scienziati, medici, ordini religiosi, così pervasivi e ubiqui nella città eterna, e quelle del Tasso, di Galileo, di Cristina di Svezia, di Bernini e Borromini, di Caravaggio) e meno note, anonime, di malati, insegnanti, studenti, bibliotecari.

ALVARO COLOMBI è nato a Roma nel 1947. Ex dipendente capitolino, è giornalista pubblicista e studioso della Roma del Seicento.
è appassionato (e scrive) di letteratura e di cinema. Occupandosi soprattutto di politica locale, ha collaborato con diverse riviste mensili ed ha diretto la rivista di cultura e società “Altre periferie”.
Nel 2009 ha pubblicato Quartieri in giallorosso, Roma, Edizioni Cofine.

PREFAZIONE

Alvaro Colombi libro cofine
Alvaro Colombi

Sono amico e, per giunta, editore di Alvaro Colombi.
Lo confesso in apertura, a scanso di equivoci, e cercherò, per quanto possibile, di prescindere dalle mie sospette qualità in questa introduzione di un’opera che, già di per sé, si presenta bene e con una chiara e definita impostazione.
Partirò dal titolo: I Luoghi dell’assistenza sanitaria e dell’istruzione nella Roma del Seicento. Sul titolo, autore ed editore spesso si accapigliano e discutono. Lo abbiamo fatto anche Alvaro ed io. E il risultato finale sintetizza il suo precipuo contenuto e la sua differenziazione rispetto ad altri testi che hanno affrontato questi temi e quindi anche le ragioni perché il libro merita di essere preso in considerazione e di essere letto.
I Luoghi, intanto, sì, con la maiuscola, a indicare, al di fuori di ogni dubbio, i soggetti fondamentali del libro: quelli dove si prestò l’assistenza sanitaria e
quelli dove si impartì l’istruzione e si avviò il processo educativo delle nuove generazioni di allora (o per meglio dire) di una parte “privilegiata” della popolazione romana.
I Luoghi sono quelli di un secolo che sta molto a cuore a Colombi. Un secolo importante: il Seicento (fonte di ispirazione per grandi scrittori: uno per tutti, Manzoni) nel quale sono presenti ed incisi molti dei tratti caratterizzanti del costume degli italiani, anche quelli a venire. Ci riferiamo in particolare al capitolo VIII dei Promessi Sposi, quello in cui il grande lombardo così postilla un avvenimento cruciale del suo romanzo: “Così va spesso il mondo… voglio dire, così andava nel secolo decimo settimo”. Una battuta ironica che conclude la riflessione e dice della ragione stessa che l’ha suscitata: Manzoni non sta parlando soltanto del secolo XVII, ma anche del suo, del nostro, dell’Italia di sempre, fornendo un disperato ritratto di un paese che, tuttora, è alle prese con i tanti problemi irrisolti, e tra questi, quelli della sanità e dell’istruzione, alla ricerca di un’armonizzazione tra il pubblico e il privato, in una città capitale con una presenza tuttora determinante di un potere spirituale-temporale della Chiesa sia nell’ambito sanitario che dell’istruzione.
Ma torniamo all’attore principale, ai Luoghi, per sottolineare la capacità dell’autore di ricostruire una mappa della sanità e dell’istruzione con testi sobri e concisi di un cronista attento e documentato, e foto (tante e belle di Maria Teresa Gallo) che si sposano a meraviglia con i testi. Testi e foto prendono quasi per mano il lettore in una sorta di visita guidata, ricca di notizie e anche di sorprese, alla città, al suo nucleo centrale, descritto con un occhio curioso, oserei dire periferico (di uno che parte da un quartiere di periferia e va in visita “a Roma”, come si diceva un tempo) e scopre aspetti della capitale ignoti alla stragrande maggioranza dei cittadini romani (due terzi, vivono nelle periferie, entro e oltre il Raccordo) ed è prodigo nella trasmissione di queste conoscenze.
Notizie acquisite non solo sui libri, ma andando direttamente nelle strutture, respirandone l’aria, auscultandone la storia, accarezzandone le pietre, raccogliendone le vicende, ove possibile, dagli attuali custodi e abitatori di Luoghi dove è passata tanta sofferenza, cura e dedizione, studio e sudore, insegnamento e apprendimento.
Alvaro si comporta nella sua esplorazione come un flâneur, ma di tipo particolare, non disinteressato ma coinvolto, che vaga per il centro storico cittadino, provando emozioni nell’osservare strade e piazze, palazzi, ospedali, chiese e scuole di un tempo, ma che poi si preoccupa, da efficace cronista qual è, di documentare, di interessare i suoi lettori e di coinvolgerli, anche con il supporto di un nutrito corredo fotografico (complimenti anche alla partner Maria Teresa Gallo). Un flâneur non ozioso, non borghese, bensì appassionato, che sa leggere nelle pieghe della città antica e va alla scoperta dei Luoghi, non dimenticando i protagonisti di storie note (quelle dei santi, degli scienziati, dei medici, degli ordini religiosi, così pervasivi e ubiqui nella città eterna, quelle del Tasso, di Galileo, di Cristina di Svezia, di Caravaggio, di Bernini e Borromini) senza trascurare le meno note e anonime di malati, insegnanti, studenti, bibliotecari.
Ad Alvaro (e a me stesso) l’augurio di replicare il successo del libro Quartieri in giallorosso, pubblicato anch’esso da Edizioni Cofine nel 2009, in cui egli seppe, sul filo dei ricordi e con sagace concisione, ricostruire un’epoca significativa della capitale e dei suoi quartieri popolari. Era quella una città più
umana, più solidale, più accogliente, più vivibile, più rispettosa di quella attuale, devastata da una cementificazione inarrestabile, che ha sostituito le piazze con centri commerciali mentre i quartieri sono divenuti inospitali ed insicuri.
Quel libro, come questo, racconta storie interessanti e istruttive, con la sobrietà, la misura e il pudore della rievocazione, doti che solo un esperto cronista possiede.

Vincenzo Luciani


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