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Inchiesta sui presunti “furbetti” degli appalti per le strade, Gualtieri avvia indagine interna

Il sindaco di Roma: "Voglio ribadire la mia gratitudine alla magistratura per il prezioso lavoro a tutela della legalità"

Il Campidoglio non vuole farsi trovare impreparato e scende in campo con una mossa decisa. Dopo l’esplosione dello scandalo legato agli appalti per la manutenzione delle strade di Roma, il sindaco Roberto Gualtieri ha avviato un’indagine interna per capire cosa sia successo tra gli uffici comunali.

Un’azione obbligata, vista l’operazione della Procura e della Guardia di Finanza che ha messo sotto i riflettori un sistema di gare sospette, il cui schema potrebbe essere quello classico della corruzione.

Già nella serata di ieri mercoledì 13 novembre il sindaco, Roberto Gualtieri, informava che: “sono stati avviati i controlli sugli interventi realizzati dalle ditte oggetto dell’indagine” e la costituzione “di una commissione ispettiva tecnica composta da esperti di lavori pubblici per verificare la corretta esecuzione delle opere”.

Lo screening è stato esteso a “tutto il perimetro di Roma Capitale per verificare gli eventuali affidamenti alle ditte sulle quali la Guardia di finanza ha chiesto approfondimenti al dipartimento Lavori pubblici”.

L’ipotesi investigativa ricostruirebbe un sistema corruttivo, ossia quello basato su un imprenditore che per ottenere i ricchi appalti sulla manutenzione delle strade di Roma, avrebbe dispensato mazzette, orologi e cene, a pubblici ufficiali compiacenti.

Nella giornata di ieri, ci sono state una serie di perquisizioni con acquisizione di una gran massa di documenti, anche negli uffici del dipartimento dei lavori pubblici del comune di Roma e della Astral, Azienda strade Lazio Spa.

Già in prima battuta il sindaco aveva escluso che fossero coinvolti lavori per il Giubileo, ma più tardi deve ammettere che “dalle prime risultanze sono emersi affidamenti, tutti effettuati secondo le procedure di legge, compresi alcuni interventi giubilari”.

Nel ribadire la sua “gratitudine alla magistratura per il prezioso lavoro a tutela della legalità”, il primo cittadino pesa le parole: difficile ignorare l’impatto delle perquisizioni in via Petroselli a 40 giorni dall’apertura della Porta Santa.

Il disappunto è condensato nel termine “indignazione” che esprime il fastidio per la “possibilità che delle irregolarità siano state commesse e questo non deve sporcare il lavoro straordinario che stiamo svolgendo”. ha commentato il sindaco Gualtieri.

Al momento, oltre all’imprenditore considerato il “dominus” dell’indagine sono cinque i pubblici ufficiali finiti nel registro degli indagati, tra loro anche funzionari dell’amministrazione capitolina oltre a due agenti della polizia stradale.

Nel procedimento si contesta anche l’associazione a delinquere, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, riciclaggio e autoriciclaggio.


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