

Di proprietà della parrocchia di Sant’Ippolito è la sala spettacoli più frequentata dagli abitanti del quartiere Bologna–Nomentano
Lunedì 8 ottobre 2018, oltre mille persone si sono date appuntamento davanti alla chiesa di Sant’Ippolito, nel quartiere romano Bologna-Nomentano, per scongiurare la chiusura del Cinema delle Provincie. Le motivazioni del regista Massimiliano Bruno hanno convinto Don Manlio Asta, che aveva deciso di chiuderlo, di ripensarci.
Il cinema delle Provincie, a Roma, di proprietà della parrocchia di Sant’Ippolito è la sala spettacoli più frequentata dagli abitanti del quartiere Bologna–Nomentano perché è il più antico, risale agli anni ’30, dispone di una comoda platea con 299 posti ed ha accompagnato i sogni e la crescita culturale di tante generazioni le quali, crediamo, grazie al modico prezzo del biglietto per vedere i film, è stato ribattezzato “Il Pidocchietto”.
Che fosse il più antico lo sapevamo, ma che una moltitudine di persone ne fossero così tanto affezionate lo abbiamo scoperto a seguito di una sciagurata idea del nuovo parroco Don Manlio Asta, succeduto da poco a Mons. Mauro Cianci, di chiuderlo. Lo aveva “predicato” ai fedeli nell’omelia di domenica 30 settembre scorso per spiegare che voleva destinarlo ad altre iniziative ludiche.
Il primo motivo della minaccia di chiusura, sempre per bocca del reverendo è che questo cinema aveva il bilancio in rosso dal 2014. Eppure il popolo del quartiere giura che la sala era quasi sempre piena nei tre-quattro giorni d’apertura settimanali. E dovrebbe essere stato vero visti i titoli in programmazione dei film di seconda visione, ma di assoluto interesse, che garantiva agli spettatori.
Comunque, la risposta della gente non si è fatta attendere: da un sit-in di protesta alle indignazioni scritte su vari siti facebook, a partire da “Quelli di Piazza Bologna” che di iscritti ne conta ben 13 mila, si è arrivati a costituire un Comitato artistico per la salvaguardia del Pidocchietto, composto da dieci volontari disponibili a qualunque iniziativa per favorire la riapertura della sala cinematografica, guidati da Massimiliano Bruno, nato e cresciuto in questo quartiere.
Durante il pubblico incontro per capire le cause e tentare qualche soluzione di riapertura sono emersi due problemi, almeno secondo quanto ha dichiarato il monsignore, la prima sarebbe il bilancio in rosso già citato, la seconda sono i tre dipendenti per i quali le intenzioni del datore di lavoro (la chiesa) sono quelle di trovare una formula di lavoro meno onerosa.
La gente ha mitragliato di domande Don Manlio che mai si è scomposto dal ruolo di proprietario; ha ribadito che la gestione del cinema non andrà mai in mano private, ma ha anche sottolineato che “solo gli imbecilli non cambiano idea”. E allora Massimiliano Bruno ha svolto un ruolo di garante suggerendo varie soluzioni per non chiudere il cinema e che si possono riassumere in interventi privati per pagare il debito, nel costituire un gruppo che studi e programmi il rilancio dell’attività cinematografica, nel proporre abbonamenti alla visione dei film e anche di alzare eventualmente il costo del biglietto. Non è tutto, il noto regista ha promesso di portare in anteprima al Cinema delle Provincie, il suo prossimo film, unitamente al cast.
Alla fine avremmo voluto seguire la riunione ristretta tra i dieci del Comitato e Don Manlio, ma due ragazze nel ruolo di guardie catecumene all’ingresso della chiesa, hanno vietato ad altri, anche alla stampa, la possibilità di assistere all’incontro.
Bruno Cimino e Bruna Fiorentino
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