La Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) rischia di sparire nella Regione Lazio

L'allarme dei Consiglieri Palmaccio e Remediani in un comunicato al Presidente Rocca

Quello della Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) costituisce un tema che influisce enormemente sulle famiglie che si trovano a poter usufruire di tale servizio. La CAA costituisce un insieme di conoscenze, tecniche e tecnologie atte a semplificare ed incrementare la comunicazione nelle persone con bisogni comunicativi complessi e che hanno difficoltà ad usare i più comuni canali comunicativi, in particolare il linguaggio orale e la scrittura. Le situazioni di disabilità comunicativa determinano quindi l’esigenza di utilizzare strumenti aggiuntivi atti a migliorare la relazione tra i soggetti con deficit e i loro cari. La CAA si sostanzia nell’utilizzo di tecniche e metodologie appropriate che vengono realizzate oltre il semplice sistema di scrittura in simboli ma con diversi sistemi simbolici grafici o gestuali e mimici (es. immagini, pittogrammi e grafismi) ideati per dialogare e comunicare, e che attualmente vengono sempre più spesso elaborati anche attraverso strumenti tecnologici applicativi o software. Inoltre, nel caso di alcune sindromi rare come quella di Angelman o quella di Rett, o nel caso di forme di autismo con disabilità comunicativa, è necessario ricorrere ad interventi personalizzati di CAA.

Lo scopo centrale del sistema di CAA è perciò quello di sviluppare quelle abilità di comunicazione necessarie per comunicare con i propri cari e per riuscire ad esprimere il proprio pensiero, i propri desideri ed i propri sentimenti, riducendo nella persona lo stress causato dall’impossibilità di esternare le proprie idee e necessità ed aiutandola a superare eventuali comportamenti problematici.

Le decisioni della Regione Lazio

In precedenza nella Regione Lazio la materia della CAA ha visto un interessamento da parte della Giunta Zingaretti, che 7 anni fa ha effettuato uno stanziamento finanziario funzionale a coprire le spese previste per tutti gli utenti che necessitavano di tale servizio.

La nuova giunta regionale – presieduta da Rocca – con una determinazione adottata a giugno del 2023 (determinazione G07784 del 06/06/2023) ha stabilito in maniera unilaterale di non erogare più il servizio, senza scegliere di demandare competenze, banche dati e relativi fondi finanziari ai Comuni del proprio territorio.

Secondo quanto stabilito dalla Regione, poiché è “onere dei Comuni garantire l’assistenza per l’autonomia e alla comunicazione personale alle bambine e i bambini dei nidi e della scuola dell’infanzia, alle alunne e agli alunni della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado”, la Regione avrebbe effettuato “per i successivi anni scolastici ovvero 2024 in poi una verifica e rivalutazione del servizio integrativo di CAA e non da ultimo” ne avrebbe valutato “la possibile erogazione solo nell’ambito del ciclo scolastico di istruzione superiore secondaria di secondo grado”.

Pochi giorni fa la Regione ha quindi adottato la Determinazione G06461 del 29/05/2024 concernente il “Diritto allo studio scolastico degli allievi con difficoltà nella comprensione/produzione del linguaggio che necessitano di metodiche di CAA – Anno scolastico 2024/2025″. Con questo provvedimento la Regione ha deciso di stanziare una cifra finalizzata a supportare i comuni del Lazio al fine di potenziare l’integrazione degli allievi con disabilità con difficoltà nella comprensione/produzione del linguaggio che necessitano di metodiche di CAA. La cifra stanziata, però, non garantirebbe neanche un terzo delle persone attualmente già coinvolte nel percorso della CAA nel Comune di Roma Capitale, che ad oggi sono circa 2.000.

Il comunicato dei consiglieri Palmaccio e Remediani

Alla luce di tutto ciò i Consiglieri PD del IV Municipio Valerio Palmaccio e Silvia Remediani hanno deciso di affrontare la questione elaborando un comunicato rivolto direttamente al Presidente della Regione Lazio Rocca, chiedendogli di affrontare la questione e di ritirare le determine con cui la regione decide sostanzialmente di non occuparsi più del servizio in futuro e, contestualmente, di destinare ai comuni una cifra del tutto insufficiente a coprire i costi per la CAA.

Nonostante le note inviate dai vari Comuni del Lazio, con le quali si chiedevano chiarimenti riguardo a tale decisione e alle possibili ripercussioni, dalla Regione non è mai pervenuta alcuna risposta.” si legge nel comunicato.  “Dobbiamo inoltre sottolineare la totale assenza della Politica Regionale  nell’affrontare la problematica visto l’assenza nell’ultima  Commissione Congiunta del Comune di Roma Capitale che rappresenta anche la città metropolitana dell’Assessore Giuseppe Schiboni invitato, che non partecipava delegando la Dott.ssa Agnese D’Alessio che ha forniva informazioni parziali e che – solo dopo le pressioni delle Presidenti Fermariello e Converti e dall’Assessora Pratelli – si impegnava ad inviare in una nota ufficiale con i dati effettivi delle alunne e alunni coinvolti

I consiglieri Palmaccio e Remediani, quindi, con tale comunicato ufficiale chiedono di avviare immediatamente l’iter per la costituzione di un Tavolo tecnico, amministrativo, sanitario e politico con tutti gli attori coinvolti per discutere sul tema. Discussione da dover svolgere anche con rappresentanza dei cittadini (nello specifico la consulta regionale, la consulta cittadina, le consulte municipali) con lo scopo di ritirare immediatamente la determina G06461 del 29/05/2024 ed iniziare un nuovo iter per garantire il ripristino delle risorse necessarie per la CAA.

Presidente Rocca, possiamo chiaramente affermare” termina il comunicato “che questo è un metodo di  lavoro secondo noi “subdolo” che  scarica le responsabilità ad altre istituzioni lavandosene totalmente le mani!


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