Le città (in)visibili. Luoghi e identità fra passato e presente

La scuola elementare Carlo Pisacane presenta il progetto e si avvia verso la giornata d’azione globale contro il razzismo e per i diritti dei migranti del 18 dicembre 2015

“La soggettiva di un sommozzatore scivola nel blu profondo del mare, si avvicina alla sagoma di un peschereccio di legno adagiato sul fondo. Si avvicina piano, lento come i movimenti nell’acqua, lento come quando hai paura. Continua lento il respiro subacqueo, l’ossigeno scorre attraverso i tubi, le bolle di anidride carbonica galleggiano nelle profondità e la sola ombra di uno di quei corpi fa chiudere gli occhi. Giuseppe Battiston è dentro ad una grande stanza vuota. Inizia a pensare. Sentiamo la sua voce. Si chiede perché lui ora non ha il coraggio di guardare anche se per tanti anni aveva saputo? Perché quei corpi gli fanno paura? Si muove nella grande stanza vuota e il panico lentamente si trasforma in necessità. Ha bisogno di capire. Da qui inizia il suo viaggio di conoscenza, incontro, dubbio”.

comeacquaCosì inizia Come il peso dell’acqua, una fra le ultime fatiche cinematografiche di Andrea Segre: uomo che ha camminato con le gambe del cinema e della parola per dar voce e dignità alle periferie del mondo, poi autore, regista e professore universitario.

Segre insieme a compagni di strada come Giuseppe Battiston, Stefano Liberti e Marco Paolini, ha realizzato il documentario teatrale andato in onda su Rai3 il 3 ottobre 2014 all’anniversario della strage di Lampedusa.

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-ae87096e-f862-40e7-95fb-84c85c944d05.html

Dopo la messa in onda l’associazione ZaLab, che da anni racconta le storie di uomini e donne migranti, ha coordinato le richieste per proiezioni pubbliche in scuole, università, associazioni, festival, rassegne.

ScuolaPisacaneIl 26 novembre 2015 è stata la Scuola Elementare Carlo Pisacane (I.C. Via Ferraironi) a Torpignattara a ospitare il regista Andrea Segre con la proiezione del film ( ore 17 nell’aula magna dell’Istituto Scolastico in Via dell’Acqua Bullicante 30) dedicato a genitori e insegnanti che più di chiunque navigano – per utilizzare un verbo tanto caro allo stesso regista – sulla cresta dell’onda del cambiamento e della multiculturalità – fiori all’occhiello di una scuola come la Pisacane, che con la più alta percentuale di bambini cosiddetti “immigrati di seconda generazione” della città, conferma ancora una volta la sua viva partecipazione al dibattito sociale in nome di una sana integrazione e di un’ottimale accoglienza del fenomeno immigrazione – in un momento tanto delicato come questo, a pochi giorni di distanza dalla strage di Parigi del 13 novembre.

E’ stato uno dei momenti di incontro e riflessione, che rientra nel progetto Le città (in)visibili. Luoghi e identità fra passato e presente presentato dalla scuola per preperare i bambini così come i genitori alla costruzione della giornata del 18 dicembre: Giornata d’azione globale contro il razzismo e per i diritti dei migranti.

Dopo il successo delle edizioni precedenti, che hanno visto un coinvolgimento interessato di genitori, bambini e insegnanti, il tema dell’edizione 2015 – Le città (in)visibili. Luoghi e identità fra passato e presente – è un ulteriore modo per far riemergere dagli abissi dell’indifferenza, della diffidenza e della paura il mistero che si cela dietro la storia di una persona, di una città, di un quartiere.

Lo scopo è creare un ponte d’unione tra luoghi vicini e lontani , tra persone vicine e lontane, attraverso i racconti di coloro che hanno vissuto la migrazione sulla propria pelle o con l’aiuto di registi e autori attraverso la messa a fuoco, che l’arte cinematografica o letteraria (quella fatta bene) riesce a fare, di memorie ed emozioni utili a scoprire anche le nostre identità, frutto di una continua contaminazione culturale.

Mentre Gladys, Nasreen e Semhar, le tre donne nel film “Come il peso dell’acqua” raccontano le loro storie di vita seguendo tre filoni nella narrazione: la memoria del viaggio, l’attraversata del mare e la loro vita oggi, la stanza vuota che fa da palcoscenico al narratore Giuseppe Battiston va riempiendosi di oggetti e simboli che incontriamo nelle loro storie: alla fine Giuseppe è attorniato dagli oggetti, i segni, le parole, le mappe, i ricordi della sua nuova conoscenza.

La giornata del 18 dicembre, giornata di festa che si apre alle 15 con un concerto, in cui la scuola si lega al quartiere insieme agli artisti e alle associazioni che hanno deciso di collaborare con laboratori, spettacoli, racconti, balli, mostre e cibo, è la conclusione di un percorso fatto di incontri culturali mensili durante l’intero anno, ma è anche l’inizio per riempire – proprio come il regista Segre ha provato a dirci attraverso la toccante drammaturgia di Battiston, con l’intervento di Liberti e Paolini – le stanze vuote delle nostre coscienze.

barconeVediamo le immagini delle “vite morte” nei fondali del mare nostrum e solo allora avvertiamo il peso dell’acqua che, a mio avviso, o ci scuote dandoci una botta alla testa e una cuore facendoci sentire impotenti, arrabbiati, compassionevoli per ciò che accade a un passo da noi, o ci scivola addosso come solo l’acqua sa fare, lasciandoci impermeabili  a ciò che accade fuori da quella che definiamo la nostra frontiera.

Lo stiamo vedendo però, e in questi giorni in maniera sempre più drammaticamente decisa, che le frontiere, quelle che cerchiamo di chiudere, sono state ormai abbattute da tempo e continueranno ad essere scavalcate finchè ci saranno popoli in fuga. E non ci sono leggi o trattati di Schengen che possano arginare questo fenomeno. Ora è tempo di correre ai ripari: se questo fenomeno è inevitabile – parafrasando Segre – accresciamo almeno le nostre capacità di gestirlo con intelligenza, creatività e umanità.

Appuntamento  a Venerdì 4 dicembre con la presentazione del libro Adua di Igiaba Scego – alla presenza dell’autrice  (Stanza dei genitori, ore 17, Scuola Carlo Pisacane, Via dell’Acqua Bullicante 30,   Torpignattara)


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