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Ostia, sigilli al porto turistico: arrestato il presidente Mauro Balini

La guardia di finanza ha disposto il sequestro di beni all’interno dell’approdo per un valore di oltre 400 milioni di euro

Associazione a delinquere e bancarotta fraudolenta. Con queste accuse la guardia di finanza ha arrestato all’alba di mercoledì 29 luglio 2015 il presidente del porto turistico di Ostia, Mauro Balini. A finire in manette anche Massimo Amicucci, Edoardo Sodano e l’avvocato Sergio Capograssi.

Oltre 400 milioni di euro il valore dei beni sequestrati dalle forze dell’ordine riconducibili ai 4 indagati: parcheggi, strutture amministrative e posti barca sono stati posti sotto sigillo. Tra le accuse a Balini, nell’indagine effettuata dal procuratore aggiunto Nelio Rossi, c’è anche la bancarotta fraudolenta riferita allo scioglimento della società concessionaria Ati. La società infatti aveva gestito il porto fino al 2012, quando poi fallì.

Durante il mandato dell’allora sindaco Alemanno, nonostante il crac dell’Ati, venne approvato l’ampliamento del porto per un costo di 90 milioni di euro, per aumentare la capienza dell’approdo a 1419 posti barca, costruire un altro molo e dar vita a 611 nuovi punti ormeggio di lunghezza  tra  i 12 e 70 metri.

porto2Inaugurato nel 2001, il porto turistico di Ostia ha una capienza di 22 ettari, ed ha ospitato nel corso degli anni eventi, anteprime di film internazionali, concerti musicali, ed esposizioni di lussuose case automobilistiche. Il presidente dell’approdo turistico Balini, in carica dal 2013, era già stato coinvolto in passato da un’altra inchiesta degli inquirenti denominata Nuova Alba, nella quale le forze dell’ordine evidenziarono l’esistenza di un’organizzazione criminale che portò all’arresto di 51 persone.

Il neo assessore ai Trasporti di Roma Capitale e commissario Pd a Ostia Stefano Esposito ha commentato così il blitz della guardia di finanza: “Apprendo con soddisfazione l’arresto di Balini. Erano mesi che denunciavo la connivenza di questo imprenditore con la stampa locale e con le sedicenti associazioni antimafia che a lui si rivolsero per risolvere la questione idroscalo incassando sul social network Facebook un “ci penso io”. Ecco, – prosegue l’assessore – la procura di Roma ormai ha ben chiari gli squilibri di questo complesso territorio chiamato Ostia. Un plauso dunque alla guardia di finanza per l’importantissima cattura di uno dei ‘boss’ del litorale”.

Sull’intervento della Guardia di Finanza interviene anche il sindaco Marino: “Il loro prezioso lavoro dimostra ancora una volta che sul litorale romano deve continuare lo sforzo per ripristinare la legalità, che abbiamo già avviato con Alfonso Sabella. Stiamo agendo con determinazione ed efficacia su tanti fronti, dal diritto di tutti i romani di accedere al mare, alla garanzia che gli spazi pubblici non cadano nelle mani sbagliate. Aspettiamo ora fiduciosi il proseguimento del lavoro degli inquirenti, il Campidoglio da parte sua garantirà massimo sostegno e disponibilità nella lotta alla corruzione e al malaffare”.


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