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Ricordo del soprano Virginia Zeani a un anno dalla scomparsa

Del Teatro dell’Opera e del mondo della cultura e dello spettacolo. Il messaggio di Mons. Virgil Bercea

Lunedì 22 marzo del 2023 il soprano lasciava il suo operoso ritiro per raggiungere nell’empireo i grandi interpreti della musica lirica.

Si concludeva così, a 97 anni, a West Palm Beach in Florida, la pagina nella Storia della Musica che la immortala come  tesa verso altezze sublimi forte del suo grande talento e fulgente nella sua bellezza.

Leggiamo della Zeani che “povera migrante arrivata in Italia dalla Romania comunista degli anni ’40, raggiunse i vertici della lirica di ogni tempo senza poter contare su altro fuorché la propria voce “.
Oggi, mentre a Roma il Teatro dell’Opera e il mondo della cultura e dello spettacolo la rimpiange, da Oradea in Transilvania, dalla stessa diocesi di Bihor dove il soprano era nata, Mons. Virgil Bercea ci manda il suo pensiero e il suo rimpianto.

La vita

Virginia Zeani ebbe lunga vita essendo nata nel 1925 a Solovăstru in Transilvania. Studiò in Italia e nel 1948 debuttò al Teatro Duse di Bologna. Inizia al teatro Lirico di Torino il suo percorso artistico e raggiungendo sempre i massimi livelli sui più prestigiosi palcoscenici mondiali della lirica e con i migliori interpreti del suo tempo. Si ritirò dalle scene nel 1982.

Ebbe pure un matrimonio felice con il basso italiano Nicola Rossi-Lemeni, scomparso nel 1991. Entrambi furono docenti di canto all’Università dell’Indiana dove contribuirono all’affermazione di diversi noti artisti, tra i quali Vivica Genaux e Sylvia McNair.

La carriera

La sua carriera fu lunga, piena e aperta ai più diversi stili e repertori, dal barocco alla musica affrontati tutti con vocalità sapiente e grande carisma. Il suo primo ruolo, quello che più si ricorda anche perché il più ricorrente, fu Violetta nella Traviata di Verdi. Fu compensata dall’affetto di pubblico e il favore della critica. In oltre 70 ruoli del repertorio ottocentesco, dedicò particolare attenzione ad opere meno note, a capolavori non italiani fino a prime assolute come i Dialogues des carmélites di Poulenc al Teatro alla Scala. I melomani la chiamavano L’Assoluta, in un’epoca in cui Maria Callas era La Divina e Renata Tebaldi L’Angelo e nel 1996 Luciano Pavarotti le scriveva . «Ho imparato moltissimo da te» dopo averle dedicato in un concerto l’aria “Donna non vidi mai” dalla Manon Lescaut di Puccini.

Il rimpianto di Monsignor Virgil Bercea

Oggi, mentre a Roma il Teatro dell’Opera e il mondo della cultura e dello spettacolo rimpiange Virginia Zeani, a Oradea in Transilvania, dalla stessa diocesi dove il soprano era nata, il vescovo greco-cattolico della Chiesa Unita con Roma, Sua Eminenza Monsignor Virgil Bercea scrive: Vriginia Zeani, “L’assoluta”, canta con i cori angelici la sinfonia celeste insieme al suo amato marito il basso-baritono Nicola Rossi Lemeni. Conquistò, uno dopo l’altro, i grandi palcoscenici del mondo della lirica e raccolse gli allori della gloria del “canto lirico” ma seppe sempre essere elegante e distinta, piena di entusiasmo e sobria, bella ed equilibrata. È sempre stata orgogliosa di essere romena, greco-cattolica e ha avuto un rispetto totale per il re Michele.
Nicola e Alessandro, suo figlio, sono stati i suoi grandi amori. Era orgogliosa di Gabriele, il nipote, e amava senza riserve Rafaela, la nuora. Per me, “il suo caro padre e il suo buon figlio” come mi chiamava, significava una sincerità e un’intimità come tra madre e figlio, come tra credente e sacerdote spirituale. Ho celebrato più volte la Santa Liturgia in casa della signora Zeani e lei ha cantato. Grande, grandiosa era la signora Zeani, “mami Virginia”, come la chiamava Angela Gheorghiu, andò verso altri orizzonti, al Signore. Sono convinto che anche lì, nella “Casa del Padre”, ella canterà e la sua voce delizierà il Cielo con tutti i suoi santi.
Il buon Dio le perdoni ogni peccato, riposi in pace e si unisca a tutti i suoi giusti e santi!”


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