

Dopo l’arresto, il trentacinquenne è stato trasferito nel carcere di Rebibbia. Lì dovrà scontare una pena di 11 mesi e 28 giorni
Piazzale del Verano, cuore pulsante del quartiere San Lorenzo. È mattina presto quando una pattuglia della Polizia di Stato nota qualcosa di strano.
Tra i volti anonimi dei passanti, uno sguardo li colpisce: quello di un uomo che, alla loro vista, scatta in piedi sull’autobus, scende di corsa e si allontana a passo veloce.
Non sa, però, che quegli agenti lo hanno già puntato. Inizia così un inseguimento silenzioso tra le vie del quartiere.
L’uomo – 35 anni, origini nigeriane – cammina nervosamente verso via Tiburtina, cercando di mantenere la calma. Ma la sua agitazione lo tradisce.
I poliziotti lo seguono con discrezione, finché non decidono che è il momento di intervenire.
Alla richiesta di fermarsi, il sospettato tenta il tutto per tutto: prova a divincolarsi, si dimena, cerca di sfuggire all’arresto. Ma non c’è scampo.
Dopo una breve colluttazione, gli agenti lo immobilizzano e lo fanno salire sull’auto di servizio.
È lì, negli uffici del Commissariato San Lorenzo, che il passato dell’uomo torna a galla.
Sul suo capo pende un ordine di carcerazione emesso nel luglio 2021 dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Roma.
Le accuse sono pesanti: tentato omicidio, rapina e reati legati al traffico di stupefacenti. Una latitanza durata più di due anni, vissuta nell’ombra, sfuggendo ai radar delle forze dell’ordine. Fino a ieri.
I poliziotti scoprono anche che l’uomo, domiciliato a Roma, doveva scontare una pena di 11 mesi e 28 giorni.
La sua fuga si conclude così, in una manciata di minuti, nel traffico caotico della Capitale.
Dopo l’arresto, il trentacinquenne è stato trasferito nel carcere di Rebibbia. Lì dovrà scontare la condanna che pendeva su di lui.
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