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Segni: giornata dedicata al recupero del ninfeo romano di Q. Mutius

Il 20 aprile 2013, presso la Sala Pio XI nella Cattedrale di Santa Maria Assunta

Il 20 aprile 2013, a partire dalle 17.00 è stata organizzata a Segni, presso la Sala Pio XI nella Cattedrale di Santa Maria Assunta, una giornata dedicata al recupero del ninfeo romano di Q. Mutius.

Fin dalla sua scoperta e prima edizione scientifica nel 1995, il Ninfeo di Q. Mutius è stato riconosciuto come una delle più importanti testimonianze dell’architettura romana del tardo ellenismo. La fontana monumentale è quasi perfettamente conservata: è composta da un piccolo ambiente, aperto verso valle, con le pareti articolate da nicchie.

Splendidamente conservata la decorazione parietale: le nicchie sono coperte da uno spesso intonaco arricchito da pietre pomici, mentre attorno al loro profilo corrono architetture disegnate da conchiglie e perline di “blu egiziano”.L’eccezionalità del monumento è data dalla presenza di una tabella posta al centro del prospetto principale sulla quale si legge la firma dell’architetto responsabile della sua progettazione: Q. Mutius.

Si tratta probabilmente di uno dei massimi architetti dell’epoca (tra il II e il I sec. a. C. ), che si avvaleva di nuovo linguaggio figurativo e architettonico del tardo ellenismo. La Provincia di Roma e il Comune di Segni hanno da poco perfezionato, grazie ad un finanziamento proveniente dal Piano Restauri 2001 – 2003, l’acquisto del monumento. Un’operazione assolutamente eccezionale, di rilevanza nazionale, che assicura alla proprietà pubblica un monumento di valore altissimo.

Il ninfeo, all’interno di un’area di circa 3.800 mq posta attorno ad esso, verrà per prima cosa sottoposto a scavo archeologico, in modo da rendere finalmente visibile nella sua interezza lo straordinario monumento; contestualmente si avvierà la necessaria fase di restauro. L’area circostante, attrezzata con spazi dedicati alla didattica, sarà collegata tramite uno stradello al percorso delle mura verso Porta Saracena, inserendosi nel più vasto itinerario archeologico della città di Segni. Questa operazione, che restituisce alla proprietà pubblica uno dei più importanti monumenti del Lazio repubblicano, costituisce una valorizzazione e arricchimento del patrimonio culturale del Paese.

 


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