

Gli attivisti contrari al progetto dello stadio: “La perizia conferma l’esistenza del bosco”
Il bosco di Pietralata esiste. A certificarlo è stato l’agronomo Mauro Uniformi, incaricato dal Campidoglio di verificare la presenza di aree boscate nella zona destinata al nuovo stadio della Roma.
La relazione tecnica non lascia dubbi: tra le particelle catastali analizzate, circa 7mila metri quadrati sono coperti da vegetazione in continuità con altre aree verdi circostanti.
Eppure, per il Dipartimento Ambiente di Roma Capitale, quel bosco avrebbe “scarso valore ambientale e poca naturalità”. Una definizione che apre la porta alla trasformazione dell’area, a patto che venga compensata con un nuovo imboschimento di pari superficie altrove.
Il verdetto ha infiammato il fronte del no. Gli attivisti del comitato, favorevoli alla creazione di un parco urbano e contrari al progetto dei Friedkin, contestano innanzitutto l’estensione dell’analisi: solo 10 particelle catastali, 2,3 ettari su un totale di oltre 21,6.
“Emerge in modo incontestabile che il bosco esiste – affermano – e fa parte di un ecosistema più ampio. Le normative lo riconoscono a prescindere dalla destinazione urbanistica”.
Dal Campidoglio, invece, arriva un messaggio opposto: la relazione è “un passaggio rilevante” che consente di proseguire con il percorso autorizzativo, compresi gli scavi archeologici. La compensazione ambientale promessa dall’AS Roma, secondo l’assessorato, porterà “un miglioramento ecologico e di fruibilità pubblica”.
Due letture diverse di una stessa perizia, due idee inconciliabili sul destino di Pietralata. E mentre i comitati annunciano nuovi esposti e ricorsi, il Comune conferma: il progetto dello stadio va avanti.
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