Municipi: | Quartiere:

Storytelling nell’Oltre Aniene. Le attività nel 2020

Si è svolta online, sulla piattaforma zoom dell’Associazione Riverrun, soggetto attuatore del progetto Storytelling nell’Oltre Aniene, la conferenza stampa di chiusura delle attività svolte nell’annualità 2020. Sono intervenuti Giovanni Caudo (Presidente Municipio III), Christian Raimo (Assessore alla Cultura Municipio III), Claudio Cippitelli (sociologo presidente della Cooperativa sociale “Parsec”), Valentina D’Amore (Associazione di Promozione Sociale “Astra”), Bruno Pellegrini (Loquis-Ascolta il mondo intorno a te). Lorenzo Mori (Direttore Associazione Riverrun e Nonturismo) ha moderato la presentazione.

Il focus principale della prima annualità di sviluppo del progetto si è incentrato sull’attivazione di una rete di partner che insieme a Riverrun potessero lavorare sul territorio e coinvolgere la comunità operando principalmente sulla condivisione della memoria per far emergere il genius loci del Tufello.

“Prima del desiderio di realizzare un percorso di Nonturismo, quindi prima ancora della necessità di individuare dei percorsi e dei punti di interesse da sottoporre all’attenzione tanto dei residenti del quartiere quanto di fruitori che non ne conoscono le caratteristiche, Storytelling nell’Oltre Aniene vuole essere un progetto partecipato in grado di realizzare un racconto condiviso del quartiere che sia innanzitutto efficace per i residenti”, ha dichiarato Lorenzo Mori, direttore dell’Associazione Riverrun, soggetto attuatore del progetto.

Per fare ciò, abbiamo attivato una serie di modalità online, per via delle restrizioni che la situazione sanitaria ci ha imposto, collaborando in modo molto stretto con la cooperativa sociale Parsec, l’Associazione di Promozione Sociale Astra, la Cooperativa Sociale Il Brutto Anatroccolo e amministratori e tecnici del III Municipio. Purtroppo sono state in parte penalizzate le Scuole per via delle problematiche fin troppo note ormai a tutti. Abbiamo comunque avuto modo di portare avanti un appuntamento settimanale – redazione di comunità – durante il quale sono emersi dei temi ricorrenti nella narrazione del quartiere.

Il Presidente del III Municipio Giovanni Caudo ha così commentato: Siamo felici che abbiate scelto questo municipio, apprezziamo questo progetto per la sua bellezza, perché parla delle storie e delle vite delle persone, di cosa è il passato e di cosa può essere il futuro, e anche perché è espressione della connessione sempre più forte tra di noi e le nuove tecnologie a cui l’era covid ci ha già abituati. Il Tufello è pieno di marginalità, ma non è marginale, è il quartiere della lotta per la casa, della resistenza e della lotta contro il fascismo degli anni ’70; le parole che ci restituirete ci aiuteranno a raccontarlo.

A seguire è intervenuto l’Assessore alla Cultura Christian Raimo: “Sono nato e cresciuto in questo quartiere e condivido molte delle esperienze che sono emerse in queste settimane di lavoro. Il patrocinio è il modo formale con il quale il municipio offre sostegno al progetto, ma c’è soprattutto il supporto sostanziale alla creazione di un laboratorio di persone che condividono saperi diversi così importante in un quartiere molto vasto: ciascuno di noi in questo gruppo di lavoro condivide una scoperta di un territorio già fertile e pieno di iniziative. Io credo che questa città, che viene raccontata come spenta e degradata sia solo complicata e che abbia bisogno di politica, di immaginario e di partecipazione che penetri nel territorio. Questo progetto spero sia un enzima che nutra delle realtà che sono già bene avviate”.

 

Il Tufello e i temi emersi durante le riunioni di redazione di comunità.

Il Tufello nasce come quartiere/dormitorio a seguito dell’abbattimento della Spina di Borgo, un triangolo di edifici e strade tra Borgo Pio e Borgo Santo Spirito, gli abitanti vengono espropriati e quindi alloggiati nella Borgata Tufello, all’epoca pressoché inesistente, all’interno delle nuove case popolari costruite dall’IACP negli anni ‘50. Questo studio “a tavolino” della costruzione della zona ha da un lato incentivato la ghettizzazione di alcune fasce sociali, dall’altro ha creato un forte senso di solidarietà tra pari, spingendo la collettività a fare fronte comune per ottenere servizi primari come quello del diritto alla casa, attraverso l’occupazione del complesso delle case popolari.

L’educazione popolare e lo sport risultano elementi fondanti della socialità partecipata e condivisa del quartiere, si pensi alle attività legate alla Palestra Valerio Verbano oggi, e all’insegnamento del karate nei primi anni ‘50, ma anche alla storia della Piscina Comunale, occupata dagli stessi istruttori per restituirla alla collettività. L’arte, espressa dagli abitanti in molteplici forme, è una delle possibili linee da seguire per raccontare il quartiere: dalle scritte sul muro degli anni ’60 e ’70 che diventano oggi street art, alla scelta di alcune location come set cinematografici, alle attività dei Cinema Astra e Aureo, alla musica popolare o al pop del Piotta o al rap di Rancore oggi.

Le riunioni di redazione di comunità sono state l’occasione per coinvolgere nuovi partner del progetto, in particolare Antonio D’Ettorre del Circolo Culturale di Montesacro, che ha messo a disposizione interessanti contenuti raccolti negli anni dall’attività del circolo culturale, principalmente quella realizzata attraverso il TUR (Trekking Urbano Romano), un percorso a piedi che ha ritrovato i luoghi della memoria legati al periodo storico dell’occupazione nazifascista a Montesacro e Val Melaina insieme all’Unità Operativa Disabili Adulti IV Distretto; l’associazione culturale “Scenikattiva” di Alessandra Magrini, autrice, conduttrice radiofonica, attrice e performer, che ha realizzato lo spettacolo teatrale Rosso Vivo. La storia di Valerio Verbano, e si è occupata per Storytelling nell’Oltre Aniene di alcuni dei podcast, in qualità di autrice e attrice.

“Nella prima annualità del progetto Storytelling nell’oltre Aniene abbiamo raggiunto diversi obiettivi e messo le basi per le attività degli anni prossimi”, dichiara Claudio Cippitellisociologo presidente della Cooperativa sociale Parsec“Tra questi obiettivi, particolarmente importante è stato animare un gruppo di lavoro plurale, un collettivo di donne e uomini di età, formazione e lavoro differenti, accomunati dalla passione nel rintracciare storie, testimonianze, materiali cartacei e audio video. Ulteriori obiettivi sono stati quelli di rintracciare i tanti contributi che il Tufello ha offerto nel campo della lotta per i diritti – casa, lavoro, sport popolare, spazi autogestiti – e per la tutela e la cura delle fasce più fragili della popolazione – servizi per le dipendenze da droghe e alcol, dalla prevenzione alla riduzione del danno; servizi per l’handicap, per la povertà educativa, ecc. –. Infine, particolare attenzione abbiamo posto alla storia resistenziale del quartiere, testimoniata dalle lapidi che ricordano il sacrificio dei tanti partigiani combattenti uccisi dai nazifascisti”.  

Gli eventi

Le attività svolte fin qui hanno avuto come obiettivo quello di coinvolgere e conoscere il territorio anche attraverso l’intervento di esperti e artisti attraverso workshop ed eventi. Sarah Gainsforth, ricercatrice indipendente e giornalista freelance, che si occupa di temi sociali con un focus sulle disuguaglianze e sulle politiche abitative, è intervenuta sul tema “abitare il Tufello”, in cui l’abitare è inteso come chiave per immaginare la città del futuro: un città dove c’è spazio e un tetto per tutti, dove saperi e tecnologia assieme ai desideri degli abitanti contribuiscono a disegnare un nuovo paesaggio urbano e umano. All’interno della tre giorni di eventi dal titolo Exploring Oltreaniene è stato interessante rintracciare un fil rouge che ha unito in forma spontanea le narrazioni scientifiche di Mapparoma con quelle di artisti come Zerocalcare e Assalti Frontali.

Il Tufello tra centro e periferia è il titolo dell’incontro con Salvatore Monni di Mapparoma, progetto di ricerca che unisce, in forma cartografica, il rigore scientifico con un linguaggio accessibile a tutti, proponendo dati sui quartieri di Roma e di altre città italiane, per evidenziare le forti differenze socio-economiche che caratterizzano il territorio. Salvatore Monni ha sottolineato che “ci sono alcuni indicatori che lo fanno assomigliare alle zone più ricche della città, altri fattori invece lo collocano con precisione nelle zone di maggior disagio ed estrema periferia di Roma”. Zerocalcare nell’incontro dal titolo Come non ti racconto le periferie si è soffermato sulla loro duplicità: “Il racconto delle periferie romane si muove sempre su due binari: uno è il racconto del grado di violenza e della miseria; l’altro con una sorta di mito del buon selvaggio, ossia che tutti sono innocenti e non ancora aggrediti dalla corruzione derivata dal capitalismo”. Assalti Frontali durante l’evento dal titolo Il controcanto della periferia hanno sottolineato quella che per il gruppo in trent’anni di carriera è stata un’urgenza, muoversi verso la periferia: “Quando si parla della periferia, sembra che se ne parli sempre con la speranza che prima o poi ci si sposterà nel centro. Per noi non è stato così, abbiamo lavorato per farla diventare la casa di cui essere orgogliosi”.

Per concludere le attività di questo primo anno di Storytelling nell’Oltre Aniene abbiamo realizzato un percorso virtuale sul canale Tufello – Nonturismo dell’applicazione Loquis – Ascolta il mondo intorno a te, dove è possibile sin da subito ascoltare i primi podcast realizzati e geolocalizzati nei punti d’interesse del quartiere emersi dal confronto e indicati sulla mappa. Bruno Pellegrino, CEO founder della piattaforma innovativa di geo-podcast, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi di essere partner di questo progetto, Loquis è la prima piattaforma di podcasting dedicata al racconto del mondo reale e crediamo che esperienze come questa del Tufello generino valore condiviso e possano essere da esempio per altri, in Italia e all’estero. Uscire e avventurarsi nel mondo, incuriositi, accompagnati dai racconti di chi lo vive può rivelarsi un’esperienza non solo utile ma anche divertente, costituendo una valida alternativa allo schermo dei nostri device”.  Nelle prossime settimane saranno posizionati i qr-code in corrispondenza dei punti d’interesse raccontati dai podcast. Il primo sarà collocato a Piazza Sempione in corrispondenza con il Municipio. I Qr-code sono dei veri e propri mosaici di marmo, i tasselli sono stati lavorati e realizzati da La Musa Mosaici officina artistica che hanno poi tenuto un laboratorio dal vivo all’interno delle sale del Brancaleone lo scorso mese per coinvolgere nell’assemblaggio e quindi la creazione ultima del qr-code definitivo con i bambini della cooperativa sociale Il Brutto Anatroccolo.


Questo articolo è stato utile o interessante?
Sostieni Abitarearoma clicca qui! ↙

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scrivi un commento