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Tempo di bilanci all’Istituto “Maria Immacolata” di Centocelle

Con la mobilità in Turchia si chiude il progetto Erasmus+ “Unity in diversity”

Il progetto Erasmus+ “Unity in diversity. EU values hold us together” attivo presso l’Istituto “Maria Immacolata” di Centocelle si è concluso con un’ultima mobilità, in Turchia, dal 3 al 9 novembre scorsi.

Come per le mobilità precedenti, anche questo scambio culturale si è rivelato un’occasione di crescita e di formazione nonché un’esperienza di arricchimento personale. Ancora una volta, dodici ragazzi e due insegnanti hanno superato le frontiere geografiche per sentirsi cittadini del mondo, confrontandosi con un patrimonio, una lingua e un sistema scolastico diverso da quello di appartenenza. In questa occasione a fare da sfondo alle attività è stato l’istituto “50. Yil Ortaokulu”, situato nella cittadina di Salihli presso il distretto di Manisa.

L’accoglienza turca, riservata alle scuole partner (italiana e romena), è stata festosa e cordiale sulla scia dei valori propri del progetto Erasmus; valori che rappresentano un concreto e reale punto di partenza per combattere ogni forma di odio e d’intolleranza. Tra questi si ricordano: l’inclusione, la valorizzazione della diversità, la promozione di un processo di dialogo, il rafforzamento dell’identità europea e della cittadinanza attiva.

L’organizzazione della mobilità ha previsto sia attività da svolgersi all’interno della scuola ospitante che momenti di escursione per scoprire le bellezze della terra turca. Il tempo trascorso negli spazi dell’istituto scolastico si è svolto all’insegna della condivisione e della scoperta: le attività sportive sono diventate momenti preziosi di compartecipazione; la visione di alcuni cortometraggi su tematiche attuali come il bullismo, a cui ha fatto seguito un vivace dibattito, si è rivelata occasione di confronto; gli spettacoli di danza tradizionale e moderna sono stati motivo di scoperta non solo in relazione al ballo ma anche ai costumi tipici; infine un laboratorio artistico, incentrato su una particolare tecnica di pittura, ha permesso a tutti i partecipanti di sviluppare, nell’aiuto reciproco, la loro creatività.

Altro sapore hanno avuto le attività che si sono svolte al di fuori delle mura scolastiche. La graduale scoperta delle bellezze turche ha preso avvio dalle cascate Kurşunlu, che si trovano all’interno di un parco naturale, poco distante da Salihli, in cui si possono apprezzare scorci davvero suggestivi. In seguito, la visita di due antichi siti archeologici ha concesso agli studenti un tuffo nel passato, motivandoli ad apprezzare la cultura e le civiltà antiche.

Da un lato, Sardes (“Sardi” in italiano), antica capitale del regno di Lidia nel VII secolo a.C., a circa 90 chilometri da Smirne: una città a limite del mitologico, ingiustamente poco nota, che ha conservato secoli di storia stratificata, dalla dominazione persiana a quella romana, quindi bizantina.

Dall’altro, spostandosi più a sud, i nostri occhi hanno incontrato le rovine dell’antica città ellenistico-romana di Hierapolis, fondata agli inizi del II secolo a.C. Secondo le statistiche si tratta del sito archeologico più frequentato del Mediterraneo, forse per la conservazione dei suoi imponenti monumenti, tra cui spicca il Teatro – realizzato in età severiana (inizi III secolo d.C.) – che conserva ancora molte decorazioni originali. Le rovine di Hierapolis si trovano nella odierna località di Pamukkale, in provincia di Denizli, famosa per le sue sorgenti calde che formano concrezioni calcaree. Ed è stato proprio questo incredibile sito naturalistico a regalare a tutto il gruppo un sorprendente spettacolo: le acque delle fonti termali, fuoriuscendo dal terreno, hanno formato una fortezza che sembra essere fatta di cotone o di ghiaccio!

La manifestazione si è conclusa tra le mura scolastiche con la consegna degli attestati agli alunni e ai docenti delle scuole partner. Un rituale che si è trasformato in presa di coscienza relativamente a quanto svolto durante la settimana: il confronto con culture differenti, l’importanza dei diritti e dei valori democratici – che la società odierna sta calpestando – con l’obiettivo di non dispenderli ma di prenderne fieramente le difese.

Facendo tesoro di questa esperienza altresì dell’intero progetto Erasmus, ormai volto alla sua conclusione, è chiaro come quest’ultimo si sia dimostrato un’occasione di studio dal valore inestimabile: istruzione e formazione hanno rappresentato gli elementi chiave per promuovere valori europei comuni e incentivare l’integrazione sociale, favorendo una maggiore consapevolezza interculturale. Queste e altre possibilità si sono trasformate in un contributo fattivo per fare dei nostri giovani i protagonisti consapevoli nella costruzione dell’Europa del futuro.

 

Martina Terrinoni


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