Testaccio, il giardino Pertica non è più “parco del sesso”. Ma l’area giochi cade a pezzi

Il municipio conferma che i lavori sono ancora in corso, ma dalla giunta non arrivano dettagli né tempi certi

Una volta era conosciuto come il “parco del sesso”. Chat anonime su Telegram lo indicavano come punto d’incontro per appuntamenti notturni, tra incuria e cancelli lasciati aperti.

Oggi, il giardino Pertica di via Alessandro Volta non ha più quell’etichetta scomoda: da un paio d’anni la situazione è cambiata, con sollievo di chi abita intorno.

Il problema, però, non è scomparso: semplicemente si è spostato. Se gli incontri clandestini appartengono ormai al passato, a rimanere in sospeso è la fruizione del giardino per le famiglie.

L’area giochi al suo interno è poco curata, il terreno al centro si trasforma in una grande pozzanghera a ogni pioggia, e soprattutto il cancello resta inesorabilmente chiuso la domenica, proprio il giorno in cui bambini e genitori avrebbero più tempo per frequentarlo.

“Il problema degli incontri a sfondo sessuale non c’è più racconta Marco, del comitato Rione Testaccioperò l’area giochi non viene manutenuta e la domenica il giardino è chiuso. Nel rione, tra l’altro, non ci sono molte alternative: anche il parco di piazza Santa Maria Liberatrice è inutilizzabile da mesi”.

Ed è proprio qui che si consuma la seconda beffa. L’altra area giochi del quartiere, quella di piazza Santa Maria Liberatrice, è recintata per lavori che sarebbero dovuti terminare già da tempo. Ma i cantieri restano fermi, e le famiglie continuano a fermarsi davanti ai cancelli sbarrati.

“L’area è chiusa da maggiodenuncia la consigliera pentastellata Federica Festaoggi ho chiesto una commissione trasparenza urgente. Se il giardino Pertica non sarà riaperto anche la domenica, presenteremo una denuncia per interruzione di pubblico servizio”.

Il municipio conferma che i lavori sono ancora in corso, ma dalla giunta non arrivano dettagli né tempi certi.

Nel frattempo, a Testaccio, i bambini restano senza aree gioco, e i giardini pubblici continuano a vivere a metà: aperti, ma non davvero accessibili.


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