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Villa Farinacci: storia inconclusa di ordinaria burocrazia

Quanto dovranno ancora attendere i cittadini prima di vederla aperta? Il sindaco Marino ed il presidente del IV Municipio Sciascia avevano promesso l'apertura al pubblico della biblioteca entro il mese di settembre 2013

villafarinacciQuanto dovranno ancora attendere i cittadini prima di veder aprirsi i cancelli di Villa Farinacci? La struttura, storica del territorio, anche se vista in passato con occhio non troppo benevolo a causa del suo … nome, oggi è sentita dalla gente assolutamente propria. Visti tra l’altro i bei milioncini di danaro pubblico spesi per riattarla. A questo punto, il complesso è anche percepito, e riteniamo a ragione, risolutivo per le nuove possibilità che può garantire al quartiere e non solo come spazi attrattivi di convegni e conferenze, espositivi di mostre, di spettacolo, occasioni di cultura nel senso più lato della parola e di puro svago. Numerosi sono infatti i suoi ampi locali posti su due piani, come pure la torre, anche lei ampiamente utilizzabile ed infine il parco di circa 4.500 mq che lo circonda.

I cittadini quindi che si vedono ancora privati di questo bendidio e dei suoi benefici, da tempo rumoreggiano e vengono puntualmente rabboniti da promesse. Promesse ovviamente sinora non rispettate. Perciò hanno continuato a protestare per la sempre procrastinata apertura al pubblico di Villa Farinacci. Ultimamente le proteste si sono nuovamente accese e noi, incalzati a nostra volta da telefonate e mail giunte in redazione, abbiamo chiesto lumi in municipio, per conoscere gli sviluppi dell’annosa vicenda.

Solertissima la dott.ssa Roberta Barbadori dell’ufficio Relazioni esterne del Presidente Emiliano Sciascia ci ha inviato il comunicato di quest’ultimo che noi riportiamo fedelmente qui di seguito:

“Hanno suscitato molto interesse gli ultimi sviluppi che riguardano la situazione di Villa Farinacci, la cui riapertura era stata annunciata quattro anni fa. La Sovrintendenza ha terminato da poco i collaudi e sono state avviate le pratiche per l’acquisizione al Patrimonio e per la definizione della destinazione d’uso.

Per quanto riguarda l’iniziale progetto di creare una biblioteca aperta ai cittadini, dovremo verificare se, dopo così tanti anni, permane da parte di Biblioteche di Roma l’interesse e la possibilità di occuparsene.

Come Municipio IV vorremmo fare la proposta di dedicare una parte di questa splendida villa alla celebrazione dei matrimoni civili, che attualmente si svolgono all’interno dello stabile di Via Tiburtina 1163”.

A noi non resta che trasecolare: i lavori di ristrutturazione dell’opera ricordiamo, curati dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali sono durati due anni e mezzo dal 4 giugno del 2008 al dicembre del 2010; ora siamo nell’aprile del 2014 cioè tre anni e mezzo dopo, l’elefante burocratico non riesce a compiere il suo … faticoso percorso. E’ mai possibile, ci si chiede, che si impieghi meno tempo a sistemare un complesso del genere che a smuovere la burocrazia?

E, ripercorrendo solo l’ultimo capitolo della lunga e travagliata storia del complesso, non possiamo non ricordare con vero raccapriccio come il Comune di Roma Capitale sia attento e sollecito verso gli autentici tesori sparsi sul suo ampio territorio. Comprendiamo che non è facile sottrarli al naturale degrado e recuperarli tutti a tempo. Basterebbe però almeno provvedere alla loro custodia in modo da non abbandonarli al vandalismo o all’uso e all’abuso di approfittatori di ogni genere. La villa infatti alla fine degli anni sessanta e prima che nel 1975 il Comune di Roma non la espropriasse agli eredi Farinacci, divenne un ristorante e poi, dopo anni di abbandono e sfacelo divenne nel giugno 1994 un centro sociale occupato e sgomberato in una fatica di Sisifo da parte delle Forze dell’ordine. Fu nel 1996 che il complesso liberato ancora una volta dagli occupanti fu annesso ai beni della comunità e vincolato come “patrimonio storico e artistico” . La villa subì ben due incendi di natura dolosa nel febbraio e nel settembre del 1996.

 


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