A Roma arriva il “Cobret”, l’eroina tossica che spegne la mente. Cos’è la droga zombie da 13 euro

Nato nelle piazze di spaccio della periferia napoletana, oggi inquina anche le strade della Capitale, diventando la sostanza prediletta da chi non ha nulla da perdere

In meno di 24 ore, sei persone vagavano in stato confusionale in mezzo al traffico del Grande Raccordo Anulare. Sembravano smarrite, fuori dal tempo e dallo spazio, trascinati da un’inerzia pericolosa e invisibile.

Non erano vittime di un incidente stradale, né sotto shock per un trauma improvviso. Erano sotto l’effetto del Cobret, la nuova droga low-cost che da Scampia ha raggiunto e travolto anche Roma.

Il nome evoca un serpente, “cobra”, e non è un caso: il fumo che si sprigiona quando viene scaldata si arrotola come un serpentello letale. A guardarla sembra polvere innocua, beige e leggera, ma bastano pochi grammi — spesso venduti per appena 13 euro — per precipitare nel buio. A differenza dell’eroina, di cui rappresenta un prodotto intermedio scartato nel processo di lavorazione, il Cobret è ancora più subdolo: più tossico, più devastante, più economico.

Prodotto senza il passaggio finale dell’acetificazione, il Cobret è una miscela impura, spesso tagliata con sostanze pericolose come caffeina, paracetamolo, e composti tossici. Si fuma, si inala, si cerca disperatamente di sedare un dolore esistenziale. In cambio, restituisce confusione mentale, danni cerebrali e una dipendenza feroce.

Nato nelle piazze di spaccio della periferia napoletana, oggi inquina anche le strade della Capitale, diventando la sostanza prediletta da chi non ha nulla da perdere. Il suo effetto è rapido: calma, abbatte, stordisce. E poi lascia un vuoto. Un vuoto che spinge le persone a camminare nel cuore del traffico romano come zombie, tra corsie e clacson, con lo sguardo perso nel nulla.

A differenza della cocaina, che eccita e accende, il Cobret spegne. Anestetizza. E non fa rumore. È una piaga silenziosa che si insinua tra i più giovani, tra i più fragili, tra chi cerca una via di fuga e trova solo un’altra trappola.


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