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Capolavori sinfonici dal vivo a domicilio 

Con l’Associazione Culturale Colle Ionci

Continua con successo la serie di appuntamenti veramente straordinari della rassegna concertistica “Il suono di Liszt a Villa d’Este” XII edizione, realizzata dall’Associazione Culturale Colle Ionci con l’ausilio di Fondarc e il contributo della Regione Lazio.

Siamo nella Casa delle Culture e della Musica di Velletri, Auditorium “Romina Trenta”, uno spazio bello ed accogliente ma sul cui palcoscenico, di dimensioni contenute, non ci potremmo aspettare di vedere un’orchestra sinfonica con archi, fiati e percussioni come richiesto da un capolavoro indiscusso ed amatissimo qual è il Concerto n.2 per pianoforte e orchestra di Sergej Rachmaninov, quello che oggi viene popolarmente chiamato Rach 2, sulla scia di un noto film che parlava però del suo Terzo Concerto.

Eppure, con le opportune conoscenze della materia, si possono trovare versioni e adattamenti che impiegano compagini ridotte, per fruire di parecchi brani sinfonici senza perdere gran che delle sensazioni che offre un’orchestra al completo: è possibile così goderne dal vivo, senza doversi necessariamente recare presso grosse istituzioni che gestiscono locali adeguatamente grandi.

Ce lo ha dimostrato puntualmente l’Associazione Culturale Colle Ionci che nel concerto di domenica mattina 14 aprile ha offerto qui, a un pubblico numerosissimo ed entusiasta che riempiva l’Auditorium, un programma comprendente due composizioni per sola orchestra d’archi e al centro il pezzo clou della matinée: quel Concerto n.2 di Rachmaninov che giustamente suggeriva per l’evento il titolo di “Il Concerto più amato di Rachmaninov”. Si intendeva celebrare la conclusione del 150° anniversario dell’autore, che era nato l’1 aprile 1873 secondo il nostro calendario, come puntualizzava correttamente il presentatore e curatore Giancarlo Tammaro, rimarcando che spesso viene indicata come data di nascita il 20 marzo perché l’antico calendario giuliano, ancora in uso nella Russia di quel tempo, aveva un ritardo di 12 giorni. E infatti per domenica 28,  prima della fine di aprile, ha pure annunciato un’appendice di tale anniversario con l’esecuzione del Concerto n.1, ma questa volta nella versione ridottissima per due soli pianoforti.

Si cominciava dunque con la trascrizione per sola orchestra d’archi di “Vocalise” op.34 n.14, altro stupendo e famosissimo brano di Rachmaninov, nato per voce e pianoforte e subito riarrangiato dall’autore per voce e orchestra, ma che ha riscosso tanto successo da essere stato trascritto per diversissimi organici, con o senza la voce, che d’altra parte non intona un testo ma sempre una stessa vocale a scelta dell’interprete. Protagonista era l’orchestra da camera Gli Archi del CDM di Tivoli, magistralmente condotta dal suo direttore musicale il M° Federico Biscione. Come teneva a precisare il presentatore, era questa un’occasione per la Rassegna di riallacciare i contatti con la città di Tivoli, dove in effetti era nata nel 2011 e di cui porta ancora un ricordo tangibile nel nome, che cita espressamente la Villa d’Este. Al centro del palcoscenico campeggiava maestoso il bel pianoforte Erard del 1879, che con i suoi due metri e mezzo di lunghezza e il bel legno di palissandro era il pianoforte da concerto più importante e richiesto di quasi tutto l’800. Ad entrare subito dopo, nel suo elegante abito lungo nero per sedersi alla tastiera, era il M° Eliana Grasso, la quale con sicurezza e bella espressività interpretava, insieme con l’orchestra del CDM, il Concerto n.2 in Do min. op.18 di Rachmaninov, un Concerto che unisce momenti di bravura e impegnativo virtuosismo a momenti di grande commozione e sincerità di sentimento, un mix di sensazioni immediatamente recepibili che ne ha decretato il successo fin da subito, determinando così una vera rinascita dell’autore. Con esso infatti – veniva spiegato nell’introduzione – Rachmaninov usciva da una grave depressione che ne aveva inaridito la vena creativa, e una riprova della grande popolarità raggiunta dal Concerto sta nel fatto che le sue memorabili melodie sono state letteralmente saccheggiate da autori di canzoni e musiche da film. Molto bello il coordinamento tra pianoforte e ensemble d’archi in questa versione quasi “cameristica” del Concerto (che non ci ha fatto per nulla rimpiangere l’usuale versione sinfonica), svoltasi come un colloquio, ora animato ora confidenziale, tra la solista Eliana Grasso e l’orchestra magistralmente diretta da Federico Biscione, un’orchestra formata quasi tutta da giovani, allievi ed ex allievi, i più bravi del CDM di Tivoli, con l’ausilio di alcuni insegnanti. Applausi scroscianti e convinti alla fine dell’esecuzione, ai quali la solista rispondeva con un breve ma intenso bis: il celebre Notturno in Do diesis minore opera postuma di Chopin, un brano di calma e intima introspezione – secondo l’intenzione espressa dalla pianista – dopo il drammatico e vigoroso movimento finale del Concerto.

A completare il programma c’era una seconda parte solo orchestrale con la compagine del CDM in piena vista, dopo la rimozione dal proscenio del maestoso pianoforte che in buona parte la copriva. Si è passati dalle note appassionate di carattere tardoromantico del Concerto di Rachmaninov ad una Suite, originale per sola orchestra d’archi, in stile arcaicizzante. Per essa il compositore e musicologo inglese Peter Warlock si era ispirato a musiche rinascimentali francesi ed inglesi citate in un trattato in forma di dialogo sulle danze di fine ‘500 e l’ha intitolata “Capriol suite” dal nome di uno dei due dialoganti presenti nel trattato. 

Veramente notevole è stato il successo finale della manifestazione, con lunghissimi applausi del pubblico e la consegna di fiori e medaglie ricordo a tutti gli artisti partecipanti a questo bellissimo evento, il quale ancora una volta conferma la validità e la grande varietà di offerta culturale della rassegna “Il suono di Liszt a Villa d’Este”.

                           


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