

In via dei Vascellari, al civico 61, nel Rione Trastevere, è posto un edificio risalente all’epoca medioevale, le cui facciate sono distinte dai due ordini di finestre caratterizzate da architravi marmorei e al cui pianterreno si aprono archi a tutto sesto. Esso è famoso per essere il palazzo in cui visse e morì Santa Francesca Romana. Il palazzo è noto, infatti, con il nome di Casa Ponziani perché appartenuto all’omonima famiglia romana proprietaria di bestiame e possedimenti agricoli nei dintorni dell’Urbe, e uno della famiglia Ponziani, Lorenzo, fu lo sposo di Francesca quand’ella aveva 12 anni.
Francesca, a cui fu attribuito il titolo di “Romana” nel processo di santificazione, vissuta tra il 1384 e il 1440 a Roma, figlia di Paolo Bussa de’ Leoni e di Iacobella dei Roffredeschi, battezzata e cresimata nella chiesa di S. Agnese in Agone, viveva con i suoi genitori in una casa situata sulla odierna via di Santa Maria dell’Anima, a ridosso di Piazza Navona, nel Rione Parione. Dal 1396, anno del suo matrimonio con Lorenzo Ponziani, Francesca Romana si trasferì nel palazzo Ponziani dove già vivevano il cognato Paluzzo sposato con Vannozza De Felicibus, e i suoceri Andreozzo Ponziani e Cecilia Mellini. A fianco dell’edificio, l’antica basilica di Santa Cecilia conserva ancora oggi la cappella quattrocentesca in cui la famiglia Ponziani creò il proprio sepolcreto.
Francesca Romana ebbe tre figli di cui due non sopravvissero ad una epidemia che li colpì in tenerissima età; il terzo le fu rapito nel 1413 insieme al padre che prese le difese della Chiesa contro il re Ladislao d’Angiò-Durazzo. ma presto le furono riconsegnati, sia il marito reso ormai infermo per tutta la vita, sia il figlio, come testimoniato da un affresco nel Monastero delle Oblate di S. Francesca Romana, da lei fondato con il consenso del marito.
Nel 1436, dopo la morte di Lorenzo Ponziani, Francesca perseguì le sue inclinazioni spirituali, alternando il ritiro nella contemplazione che svolgeva presso il suddetto Monastero, ad una attivissima dedizione al prossimo, come assistenza che svolgeva presso gli ospedali di S. Maria in Cappella, di S. Cecilia e l’Ospedale di S. Spirito in Sassia. In seguito, grazie alla collaborazione con la cognata Vannozza, rese Palazzo Ponziani un ritrovo per poveri ed affamati, che venivano ricevuti al piano terra. Nel 1440 suo figlio, ammalatosi di peste, riuscì a sopravvivere mentre Francesca Romana contraeva la malattia e ne moriva il 9 marzo. A tutt’oggi in questa data si commemora la santa per tre autorevoli motivi: la canonizzazione avvenuta soltanto nel 1608 da papa Paolo V Borghese; la nomina di co-patrona di Roma, insieme ai Santi Pietro e Paolo, voluta da papa Pio XI nel 1925 ed infine, la nomina a protettrice dei mezzi di locomozione dal 1951. Le motivazioni di quest’ultima investitura sono riportate dal periodico storico Il Lunario, in un articolo apparso sul web nel 2014, che così spiega “La prima è che Francesca per tutta la vita venne guidata dall’Angelo custode che la proteggesse da ogni pericolo sulle strade e le indicò la via da seguire nelle sue opere di misericordia. La seconda, è che la Santa si dice godesse del dono della dislocazione, cioè della facoltà di trovarsi in più luoghi contemporaneamente, e per questo è diventata la Santa propiziatrice dei mezzi del rapido spostamento, cioè delle automobili.”
Con la morte di Francesca Romana, il palazzo Ponziani passò in eredità al figlio, poi alla nipote Vannozza maritata con Giovanni Forteguerri che vi appose il proprio stemma di famiglia nell’angolo con Via dei Salumi, successivamente venduto alla famiglia Altieri che ne fece un granaio, e dal 1800 concesso alla Chiesa nella figura prima del sacerdote Gioacchino Michelini, fondatore dell’Opera Pia, poi del monsignor Bellisario Cristaldi che mutò il nome di Opera Pia al Ponterotto ed infine, per giungere ai giorni nostri, il Palazzo Ponziani è diventata una struttura che ospita studenti e pellegrini con il nome di Casa di Santa Francesca Romana. Due lapidi poste sulla facciata ricordano l’apostolato svoltosi in questa sede dal canonico Giovanni Mastai Ferretti, salito sul soglio pontificio con il nome di Pio IX e la messa celebrata nel 1959 in occasione della prima comunione di 40 bambini, dal papa Giovanni XXIII.
In conclusione, Palazzo Ponziani, o meglio la Casa di Santa Francesca Romana risponde all’esigenza di conoscere il Rione Trastevere anche dal punto di vista religioso e non solo storico artistico, soprattutto per l’importanza della testimonianza di una figura santificata al pari dei patroni di Roma, ma non celebrata quanto il 29 giugno nella Città Eterna.
Nelle foto (sinistra) Casa dei Ponziani all’angolo tra Via dei Salumi e Via dei Vascellari; (centro) S. Andrea dei Vascellari; (destra) stemma dei Ponziani (sopra) e un dettaglio dell’architrave della chiesa (sotto)
Makaa Jade
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